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Giorgio Armani, l’omaggio di Milano alla camera ardente: centinaia in coda dalle 7. Sala «Iscriviamo il suo nome nel Famedio» – Foto e video

06 Settembre 2025 - 12:13 Valentina Romagnoli
camera ardente armani
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Fino a domenica 7 settembre l’Armani/Teatro accoglie cittadini e appassionati. I funerali si terranno lunedì 8 in forma privata, con lutto cittadino a Milano e Piacenza

Milano si è svegliata diversa. È il giorno dell’ultimo saluto a Giorgio Armani, scomparso giovedì 4 settembre all’età di 91 anni. Dalle 9 di questa mattina, sabato 6 settembre, l’Armani/Teatro di via Bergognone 59 ha aperto le sue porte alla camera ardente, e davanti all’ingresso si sono formate code ordinate e silenziose. Centinaia di persone, cittadini comuni, appassionati di moda, turisti e volti noti, si stanno fermando sul posto – alcuni in coda già dalle 7 – per rendere omaggio allo stilista che ha ridefinito il concetto stesso di eleganza. Saranno due giornate, oggi e domani, dedicate a un commiato collettivo. Niente clamore, nessuno sfarzo: la discrezione, che Armani ha incarnato per tutta la vita, è anche il tratto distintivo di questo addio. L’amministrazione invita cittadini, associazioni culturali, sociali e produttive a «esprimere, nelle forme ritenute più opportune, il dolore e l’abbraccio dell’intera città», come si legge in una nota.

Gli orari della camera ardente

La camera ardente rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 7 settembre, con orario continuato dalle 9 alle 18. La scelta del luogo non è casuale: l’Armani/Teatro di Milano è stato uno dei progetti più cari al designer, un punto d’incontro tra moda e comunità, spazio di sfilate e di visioni condivise. L’accesso è libero, regolato dal personale della Maison, con una corsia preferenziale per i dipendenti del gruppo, come voluto da “Re Giorgio” stesso. Per garantire la sobrietà del momento sono vietati foto e video, sia all’interno sia all’esterno. Tutto avviene nel segno della compostezza, senza ostentazioni, proprio come lo stilista avrebbe desiderato.

Lutto anche a Piacenza e a Pantelleria

Il lutto non riguarda soltanto Milano. Piacenza, la città dove Armani nacque nel 1934, e Pantelleria, isola che lo aveva accolto come rifugio estivo, hanno proclamato a loro volta una giornata di cordoglio. Nel capoluogo meneghino, invece, il lutto si esprime nelle strade del quartiere della moda, dove i negozi restano aperti ma le vetrine appaiono più sobrie, in attesa della chiusura annunciata per lunedì, quando si terranno i funerali. Il sindaco Beppe Sala, tra i primi a visitare la camera ardente ha sottolineato come sarà impossibile dimenticare in grande stilista. «A Milano lascia il suo credo assoluto nel lavoro come strumento di realizzazione personale e professionale. È un valore che la città non perderà», ha detto al suo arrivo all’Armani/Teatro.

L’allestimento della camera ardente

Un tappeto di lanterne illumina il teatro in via Bergognone. All’interno, fiori bianchi e un delicato profumo d’incenso circondano la bara in legno, impreziosita da un cuscino di rose, mentre le note di Ludovico Einaudi riempiono l’aria. Alle spalle del feretro, su un maxi schermo, scorrono immagini di Armani sorridente e il suo ultimo messaggio: «Il segno che spero di lasciare e’ fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da li’ che tutto comincia». Un picchetto d’onore di carabinieri in alta uniforme veglia accanto al feretro, e il gonfalone del Comune di Milano è issato a lutto. Tra i presenti, oltre al compagno e braccio destro Leo Dell’Orco, figurano numerosi collaboratori di lunga data e amici del mondo della moda e del business, tra cui Federico Marchetti, fondatore di Yoox e membro del cda della Giorgio Armani Spa.

La scelta dei funerali in forma privata

Le esequie avranno luogo lunedì 8 settembre nel pomeriggio, ma saranno private. Per volontà dello stilista, solo una ventina di persone parteciperà alla cerimonia. La famiglia mantiene il massimo riserbo sul luogo esatto: tra le ipotesi circolate, anche Villa Rosa, la residenza di Broni, nell’Oltrepò Pavese, dove Armani amava ritirarsi nel fine settimana. Nel giorno del funerale, in segno di rispetto, la Giorgio Armani Spa chiuderà le sedi di Milano, i negozi e i ristoranti europei. Nei prossimi giorni, subito dopo le esequie, verrà aperto il testamento di Armani. Secondo indiscrezioni, l’impero costruito in oltre cinquant’anni di lavoro e creatività supera i 12 miliardi di euro.

L’ipotesi del Famedio di Milano

Un possibile tributo ulteriore per re Giorgio potrebbe arrivare dal Famedio, il Pantheon cittadino dove sono commemorati i milanesi illustri che hanno lasciato un segno indelebile nella cultura e nella storia della città. Si tratta di un’area del Cimitero Monumentale dedicata a personalità che hanno contribuito alla vita della metropoli. Il sindaco Beppe Sala, uscendo dalla camera ardente, ha dichiarato: «Io sono assolutamente favorevole all’iscrizione al Famedio, lo valuterà una commissione, ma credo che non ci saranno problemi, però sarà rispettoso chiedere alla famiglia se la cosa fa piacere». La decisione finale spetterà a una commissione apposita, che si riunirà nelle prossime settimane, ma il primo passo è il consenso della famiglia: se confermato, Armani potrebbe ricevere questo omaggio già entro l’anno, entrando ufficialmente tra le figure più celebri della città che ha contribuito a rendere famosa nel mondo.

Le parole di Liliana Segre

Anche da Roma arrivano messaggi di cordoglio per la scomparsa di Giorgio Armani. Liliana Segre, senatrice a vita, ha voluto esprimere la propria vicinanza alla famiglia dello stilista: «Esprimo la mia affettuosa vicinanza alla nipote Roberta e all’intera famiglia per la perdita dell’amico, Giorgio Armani, maestro di eleganza, generosità e grande umanità», ha scritto in una nota diffusa oggi, sabato 6 settembre.

Il commiato del mondo dello sport

Il commiato ha richiamato anche rappresentanti dello sport italiano. «Giorgio Armani è stata un’icona riconosciuta e a noi dello sport ha dato uno stile inconfondibile, siamo i più invidiati. Per noi Giorgio Armani sarà indimenticabile, ha reso grande l’Italia e ha aiutato lo sport a diventare grande», ha detto Luciano Buonfiglio, presidente del Coni, all’uscita dalla camera ardente. Poco dopo anche Gianni Petrucci, presidente della Federbasket, lo ha ricordato come «straordinario per classe, sensibilità, umanità e l’amore per il basket. Lo ricordo con emozione».

FOTO DI COPERTINA: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

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