Chalet, personale fantasma e conti corrente in Lussemburgo: ecco il tesoro nascosto degli Agnelli


È di 250 milioni di euro, divisi e disseminati tra Svizzera e Granducato di Lussemburgo, il tesoro nascosto della famiglia Agnelli. Poche ore dopo la richiesta di messa in prova per John Elkann, accusato di dichiarazione infedele e truffa ai danni dello Stato per il caso sull’eredità di Marella Caracciolo, e di archiviazione per i fratelli Lapo e Ginevra, la procura di Torino sta ancora puntando la lente su una serie di asset patrimoniali e finanziari. Costruiti – questa l’ipotesi – appositamente per eludere la pesante tassazione italiana che sarebbe arrivata a gravare sul passaggio di mano dei beni.
Chalet, personale fantasma e conti per evitare la tassa di successione
Il primo snodo della questione, come scrive oggi La Verità, è la Svizzera. Qui Marella Caracciolo risultava residente a Lauenen, nel Canton Berna. Secondo i pm però, la residenza della nonna degli Elkann – con tanto di chalet, uffici di facciata e personale assunto – sarebbe del tutto fittizia. In un secondo snodo, che unisce parallelamente Svizzera e Lussemburgo, c’è la presenza di una serie di conti correnti e società in cui sarebbero confluite ampie quote di eredità di Marella Caracciolo. Un semplice espediente che avrebbe permesso appunto di evitare la mannaia della tassa di successione.
Le rogatorie internazionali e i dubbi degli investigatori
Su questi asset sono state aperte due rogatorie internazionali, per chiarire soprattutto a quanto ammontasse la ricchezza totale nascosta al Fisco. La prima cifra arriva direttamente dal Nucleo di polizia ecoomico-finanziaria: 1 miliardo di euro. È da qui che si è partiti per arrivare a quantificare i 183 milioni che gli Elkann hanno versato al Fisco per saldare il loro debito. Ma quel miliardo iniziale, secondo i pm, sarebbe solo una porzione dell’intero – e immenso – patrimonio della famiglia Agnelli. Sarebbero state intercettate anche disponibilità di tipo finanziario riconducibili a somme liquide. Questa parte ulteriore, ricostruita con la collaborazione di Svizzera e Lussemburgo, varrebbe appunto circa 250 milioni di euro.
Il Cda fatto da persone morte e i documenti retrodatati
Senza nemmeno prendere in considerazione il terzo filone dell’indagine, quello sui maneggi della Dicembre società semplice, cassaforte di famiglia Elkann. Un’indagine nella quale risulta indagato il notaio Remo Maria Morone per falso: il Cda della società nel 2021 risultava infatti composto anche da persone già defunte. In un primo documento, secondo la procura falsificato su ordine del commercialista Gianluca Ferrero, era stata aggiunta a mano la data del «19 maggio 2004» per far figurare Marella Caracciolo come socio d’opera. In un secondo documento, datato 2021, si attestava la cessazione della qualifica di socio d’opera della stessa donna Marella. Arrivato sul tavolo di Ferrero nel giugno 2021, portava la data dell’1 settembre 2015. Un progetto complesso e intrecciato per far risultare donna Marella già fuori dagli affari di famiglia quattro anni prima della sua morte.