Fratricidi d’Italia: due ex FdI indagati e perquisiti a Prato nel caso Cocci


La procura di Prato procede nei confronti di Claudio Belgiomo, già membro del consiglio comunale di Prato nelle file di FdI, e Andrea Poggianti, vicepresidente del Consiglio Comunale di Empoli, uscito nel febbraio 2024 dal partito di Fratelli d’Italia. I reati sono concorso continuato nei delitti di diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite, e di diffamazione ai danni dell’avvocato Tommaso Cocci, già consigliere comunale a Prato di FdI e candidato in pectore alle regionali, destinatario di lettere anonime. Lo ha fatto sapere il procuratore di Prato Luca Tescaroli. È in corso una perquisizione nei loro confronti.
Fratricidi di Prato
La vicenda riguarda la guerra interna nel partito di Meloni a Prato per le elezioni regionali. Combattuta a colpi di lettere anonime, foto hard e accuse di appartenenza alla massoneria. Tommaso Cocci, capogruppo di Fratelli d’Italia a Prato e candidato alle elezioni regionali del 12 e 13 ottobre, ha raccontato di un adescamento su Instagram. Con scambio di foto intime e lettere. L’account che l’ha circuito nel frattempo è sparito. Ma le immagini hanno cominciato a circolare tra consiglieri di destra e sinistra. Con la richiesta di dimissioni.
Le immagini
Secondo il comunicato della procura le immagini incriminate, ritraevano l’avvocato in momenti intimi e con la zona pubica esposta. Sarebbero state trasmesse senza il suo consenso a esponenti politici, giornalisti e sostenitori dello stesso schieramento politico, Fratelli d’Italia. Le lettere, oltre a contenere il materiale visivo, riportavano condotte di Cocci durante presunte orge gay. Con il coinvolgimento – secondo quanto scritto – anche di minorenni e l’assunzione di stupefacenti. La strategia comunicativa, secondo la Procura, puntava deliberatamente a delegittimare l’immagine pubblica di Cocci attraverso una vera e propria campagna di discredito.
L’interrogatorio
La Procura ha annunciato che nei prossimi giorni i due politici saranno sottoposti a interrogatorio, qualora decidano di rendere dichiarazioni. «Le indagini devono proseguire con la necessaria riservatezza, per garantire sia l’esito investigativo, sia la tutela dei soggetti coinvolti», si legge nella nota di Tescaroli. La procura ha deciso di rendere pubblico il comunicato «per assicurare una corretta e bilanciata informazione», anche alla luce della recente attenzione mediatica sul caso.