Guerra ai pirati del “pezzotto”, ora le piattaforme potranno chiedere risarcimenti. Chiesti i nomi di oltre 2000 utenti


DAZN, Sky e Lega Serie A insieme contro il “pezzotto”. Stavolta in una caccia diretta agli spettatori illegali, alla ricerca di risarcimenti. I tre principali portatori d’interesse sui diritti televisivi del calcio italiano hanno richiesto all’autorità giudiziaria le identità di oltre 2000 soggetti che hanno usato iptv e siti illegali per vedere le partite in violazione del diritto d’autore. I giudici hanno acconsentito, consegnando i dati di persone da 80 province già raggiunte da provvedimenti della Guardia di Finanza.
Cosa rischiano i pirati dello streaming
«Si sta concretizzando quanto abbiamo sempre detto ovvero che ‘chi sbaglia paga’» ha affermato l’AD della Lega Calcio Serie A, Luigi De Siervo. Ma quanto, paga? «Un’azione risarcitoria può ammontare a diverse migliaia di euro» fa notare il ceo di DAZN Stefano Azzi, primo promotore dell’iniziativa. «Equivale a circa dieci anni di abbonamenti legali». Secondo l’art. 1226 del Codice civile, in ogni caso, «se il danno non può essere provato nel suo preciso ammontare, è liquidato dal giudice con valutazione equitativa». Tradotto: sarà il giudice a decretare il risarcimento da pagare in sede civile in base alle circostanze specifiche. Tutto in aggiunta alle sanzioni amministrative per la violazione della legge sul diritto d’autore, che vanno da 154 a 5mila euro. «La lotta alla pirateria non riguarda soltanto chi gestisce le piattaforme illegali: anche chi sceglie di utilizzarle deve essere consapevole di compiere un vero e proprio furto, con conseguenze reali» commenta Andrea Duilio, ceo di Sky Italia. «Questi comportamenti illeciti non solo danneggiano i titolari dei diritti, ma minano interi settori economici e mettono a rischio il lavoro di tante persone. Solo una maggiore consapevolezza può contribuire a una svolta culturale che è ormai indispensabile»
I dati sullo streaming illegale: «Solo 1 su 2 pensa di essere punito»
Secondo i dati della rilevazione Fpav-Ipsos relativa al 2024, in Italia almeno 15 milioni di persone hanno fruito di un contenuto illegale online, con il 70% che lo fa consapevolmente, cosciente di star commettendo un illecito. Tra questi la metà crede di non essere mai scoperto e punito. In cima alle piattaforme usate per raggiungere i contenuti illegali ci sono le iptv, protagoniste del fenomeno “pezzotto”. Si tratta di segnali televisivi che vengono trasmessi via internet (ip sta per internet protocol), e spesso agglomerati in piattaforme illegali dove si può scegliere cosa guardare e fare vere e proprie ricerche, pagando dei prezzi stracciati rispetto ai singoli abbonamenti dei servizi d’intrattenimento.
Foto copertina: Dreamstime / Tero Vesalainen