Strage di Bologna, revocata la semilibertà all’ex Nar Gilberto Cavallini: «Incompatibile con l’isolamento diurno»


La semilibertà concessa nel 2017 a Gilberto Cavallini, 73 anni, ex militante dei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar), è stata revocata. La decisione è stata presa dal magistrato di Sorveglianza di Spoleto. Una scelta che arriva dopo la richiesta avanzata dalla Procura generale di Bologna, a seguito della condanna definitiva all’ergastolo inflitta a Cavallini lo scorso gennaio per la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. Nell’attentato persero la vita 85 persone e oltre 200 rimasero ferite. Il provvedimento porta la firma del magistrato Fabio Gianfilippi, che ha disposto la cessazione del beneficio per l’ex terrorista, attualmente detenuto nel carcere di Terni.
L’isolamento e la revoca della semilibertà
Alla base della decisione vi è la recente pronuncia della Corte di assise di appello di Bologna. I giudici hanno rideterminato in tre anni la pena dell’isolamento diurno da scontare, aggiungendone uno in seguito all’ultima condanna. Secondo Gianfilippi, la misura dell’isolamento — ancora da eseguire — è incompatibile con il regime di semilibertà. Tale regime consente ai detenuti di trascorrere parte della giornata all’esterno dell’istituto penitenziario per motivi di lavoro o altre attività autorizzate. La revoca della semilibertà rappresenta un nuovo capitolo nel lungo percorso giudiziario di Cavallini, già condannato in passato per reati legati al terrorismo nero e riconosciuto colpevole anche come concorrente nell’attentato alla stazione di Bologna.