Ultime notizie AtleticaCharlie KirkFestival di OpenGazaGlobal Sumud Flotilla
ATTUALITÀInchiestePatteggiamentiPerugiaSalute mentaleSuicidiUmbria

Morte di Andrea Prospero, il 19enne accusato di istigazione al suicidio punta ai lavori sociali. La chat, i tentennamenti e gli psicofarmaci letali

19 Settembre 2025 - 15:52 Giovanni Ruggiero
prospero-suicidio-padre-omicidio
prospero-suicidio-padre-omicidio
La procura aveva chiesto la condanna a cinque anni per il ragazzo di Roma. La morte dello studente di Perugia in chat dopo aver ingerito un intero blister di psicofarmaci. Le accuse per Emiliano Volpe

Ha scelti di patteggiare ed evitare il processo Emiliano Volpe, 19 anni, accusato di istigazione al suicidio di Andrea Prospero, lo studente abruzzese che studiava a Perugia della sua stessa età. Il ragazzo di Roma, tramite il suo avvocato Alessandro Ricci, ha depositato l’istanza per una pena di due anni e mezzo di lavori socialmente utili. Il processo previsto dal prossimo 8 ottobre rischia quindi di non esserci, mentre il ragazzo si trova dallo scorso marzo agli arresti domiciliari.

La trattativa con la Procura

Secondo l’istanza depositata in tribunale, la condanna sostituisce i cinque anni di reclusione inizialmente richiesti dal pm. Volpe è al momento l’unico dei ragazzi presenti nella chat con Prospero quella tragica notte di gennaio a essere stato identificato dagli investigatori dopo l’analisi di pc e cellulari della vittima. Sarebbe stato proprio Volpe, stando alle indagini, a spingere Andrea a togliersi la vita. Davanti allo studente al primo anno di informatica che tentennava, Volpe lo avrebbe incoraggiato a ingoiare l’intero blister di psicofarmaci che Prospero si era procurato online da un altro studente attivo nella vendita illegale di ossicodone.

La chat in cui si sono conosciuti: la morte in diretta

I due si erano conosciuti in rete circa un anno e mezzo prima. Più volte Andrea aveva chiesto consigli su come togliersi la vita. Quella notte, quando il ragazzo smise di rispondere dopo aver assunto le compresse, Volpe e l’altro ragazzo presente in chat – resisi conto della situazione – presero una decisione che si è rivelata fatale: non chiamare i soccorsi. Il corpo di Andrea venne trovato quattro giorni dopo nel bed and breakfast di Perugia che aveva affittato all’insaputa della famiglia.

L’amarezza della famiglia Prospero

La reazione dei familiari della vittima è stata di profonda indignazione. «Non entriamo nel merito delle valutazioni della Procura. Nessuno restituirà Andrea alla famiglia e nessuno cerca vendette, ma una pena giusta sì. La richiesta dell’imputato non è congrua e non è giusta, perché non svolge alcuna funzione che l’ordinamento giuridico attribuisce alla pena: non ripara il danno sociale, acuisce il dolore delle persone offese e non è nemmeno rieducativa», ha dichiarato l’avvocato Francesco Mangano, legale della famiglia. Le parole del legale sono altrettanto dure: «Emiliano Volpe non ha dimostrato alcun segno di pentimento, non ha mai chiesto scusa, non ha mai collaborato, è persino evaso dai domiciliari. Il minimo della pena, ridotta a 2 anni e 6 mesi, è per la famiglia una conclusione che non rende giustizia».