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Netanyahu cambia rotta per volare negli Usa «al sicuro»: sfiorata l’Italia, evitate Francia e Spagna – Il tragitto

25 Settembre 2025 - 12:50 Diego Messini
Benjamin Netanyahu
Benjamin Netanyahu
L'aereo del premier israeliano percorre 600 km in più pur di raggiungere New York senza sorvolare Paesi europei ostili: lo spettro del mandato d'arresto della Cpi

Mentre la Global Sumud Flotilla prosegue la sua accidentata navigazione nel Mediterraneo in direzione Est, verso la Striscia di Gaza cui il convoglio di imbarcazioni vorrebbe consegnare gli aiuti umanitari, l’aereo di Benjamin Netanyahu solca i cieli del Mediterraneo in direzione opposta. Nulla a che vedere con la Flotilla, però: il primo ministro israeliano è partito nella notte verso gli Stati Uniti, dove parteciperà ai lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu; poi, lunedì, incontrerà ancora una volta il presidente Usa Donald Trump. Agli osservatori delle tratte aeree non è sfuggito però questa mattina un dettaglio rilevante: secondo quanto si evince dai dati di volo del “Wings of Zion”, l’aereo di Netanyahu avrebbe evitato per la prima volta di sorvolare i cieli di diversi Paesi europei. Se nelle precedenti occasioni la tratta Tel Aviv-East Cost americana era stata coperta sorvolando in pieno l’Italia e poi la Francia, prima della traversata dell’Oceano Atlantico, questa volta i piloti del premier hanno battuto una rotta diversa. Dopo il sorvolo della Grecia, l’aereo di Netanyahu è passato il minimo indispensabile sui cieli italiani – tra la Calabria e la Sardegna – poi ha fatto rotta verso sud così da evitare la Francia e la penisola iberica. Per arrivare all’Atlantico, ha utilizzato il corridoio aereo che passa sopra lo Stretto di Gibilterra che separa la Spagna dal Nordafrica. Secondo Haaretz, in questo modo il “Wings of Zion” deve percorrere ben 600 chilometri aggiuntivi rispetto alla rotta “tradizionale”.

La rotta seguita dall’aereo di Netanyahu da Israele verso gli Usa

Il mandato d’arresto della Cpi e il riconoscimento della Palestina

Non è chiara ufficialmente la ragione del cambiamento. Fonti della diplomazia francese contattate dalla testata israeliana hanno precisato che Israele aveva chiesto come d’abitudine l’autorizzazione al sorvolo dello spazio aereo francese, cui Parigi aveva dato il nulla osta, ma alla fine per ragioni non note ha scelto di operare diversamente. Fuori dal protocollo diplomatico, molti osservatori concordano nel ritenere che quella di Netanyahu o del suo staff sia stata una mossa per evitare ogni possibile “incidente” legato all’esecuzione del mandato di cattura per crimini di guerra che pende su di lui da parte della Corte penale internazionale. L’Italia ha sempre chiarito – ancora pochi giorni fa per bocca del ministro degli Esteri Antonio Tajani al Festival di Open – di ritenere di fatto impraticabile l’esecuzione di tale arresto. I rapporti di Israele con Francia e Spagna sono precipitati invece ai minimi storici dopo l’indurimento dei due governi (prima quello di Pedro Sanchez, poi quello che risponde ad Emmanuel Macron) sull’offensiva a Gaza, sino alla svolta del riconoscimento unilaterale dello Stato di Palestina. Battaglia che Macron ha scelto di portare su scala globale proprio in questi giorni a New York a margine dell’Assemblea Generale Onu dov’è atteso – in un clima di prevedibile gelo – Netanyahu.

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