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Nordio sui suicidi in carcere: «Non sono legati al sovraffollamento ma alla solitudine». E l’aula lo contesta

27 Settembre 2025 - 15:10 Alba Romano
Carlo Nordio
Carlo Nordio
Secondo il guardasigilli «quello che favorisce i suicidio è la solitudine, è la disperazione. Molti suicidi avvengono nell'imminenza della liberazione»

La sala nella quale si è tenuto il congresso dell’Unione delle Camere Penali Italiane a Catania ha rumoreggiato quando il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha detto che, secondo lui, «non c’è una relazione tra il sovraffollamento in carcere e il fenomeno dei suicidi». Secondo il guardasigilli, infatti, il sovraffollamento carcerario «favorisce l’aggressività» ma non i suicidi, che secondo lui sarebbero più legati «alla solitudine e alla disperazione. Molto spesso, fatto singolare, molti suicidi avvengono nell’imminenza della liberazione» sintomo, secondo Nordio, del disagio e della mancanza di speranza in chi sta per uscire. «I suicidi in carcere sono un fardello di dolore e, purtroppo, anche negli altri Paesi non è che vada meglio, anzi peggio, ma questa non è una giustificazione o un’attenuante», ha poi aggiunto.

«Sovraffollamento è una forma di controllo»

«Ripeto, non abbiamo né esimenti né attenuanti sul fenomeno dei suicidi. Lo stiamo studiando in tutti i modi, però, ripeto, non lo consideriamo correlato al sovraffollamento che, invece, è un altro tema quasi altrettanto grave e allarmante», ha ribadito, aggiungendo che «stiamo lavorando molto per fare lavorare i detenuti in carcere e per trovare loro un lavoro quando escono e avremo dei risultati positivi». Non è la prima volta che il ministro afferma che il tema dei suicidi in carcere non sia legato a quello del sovraffollamento . Già il 17 luglio, in un’intervista al Corriere della Sera, Nordio aveva affermato che «paradossalmente il sovraffollamento è una forma di controllo: alcuni tentativi di suicidio sono stati sventati proprio dai compagni di cella. È la solitudine che porta al suicidio. Ma soprattutto la mancanza di speranza e l’incertezza del domani».

Il sovraffollamento e i nuovi reati

Sempre dallo stesso convegno in cui è intervenuto da remoto, Nordio ha ribadito che i nuovi reati introdotti dal governo non hanno contribuito al sovraffollamento: «L’introduzione del reato sui Rave party non soltanto non ha prodotto alcuna carcerazione, ma non ha prodotto neppure alcun processo perché, una volta tanto, e non sempre questo accade, ha avuto un buon effetto deterrente. E, paradossalmente, l’introduzione di questo reato non soltanto non ha contribuito al sovraffollamento carcerario, ma, semmai, ne ha impedito una parte». Il ministro, che ha continuato a parlare nonostante le contestazioni dell’aula, ha sottolineato che «ci abbiamo pensato, lavorato e fatto tutte le indagini possibili, ma statisticamente non c’è una correlazione tra il sovraffollamento in carcere, che esiste ed è un grave problema, con i nuovi reati che abbiamo introdotto, ma, in genere, sono reati già esistenti che vengono commessi in numero maggiore, soprattutto nel mondo minorile».

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