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L’Italia non è più il paese più tassato d’Europa: «La Francia ci ha superato»

27 Settembre 2025 - 10:41 Ugo Milano
tasse casa legge di bilancio
tasse casa legge di bilancio
Nel 2024 la Francia è stato il paese con la pressione fiscale più alta nell'Area Euro

«Il nostro Paese non è più considerato il grande “malato d’Europa” e gli italiani non sono più i maggiori tartassati tra i cittadini dell’Area Euro. Attualmente, tale primato negativo spetta alla Francia, che sta attraversando una crisi politica, sociale ed economica molto preoccupante». Ad affermarlo è la Cgia di Mestre che in una nota diffusa oggi, 27 settembre, mette in luce il confronto tra Roma e Parigi, che oggi sarebbe favorevole all’Italia su più fronti: «Abbiamo due punti percentuali di disoccupazione in meno, l’anno scorso il nostro export è stato superiore di oltre 33 miliardi di dollari, lo spread è ai minimi storici e la situazione dei nostri conti pubblici è in netto miglioramento».

Il Pil pro capite cresce più che altrove

Tra gli indicatori più positivi sottolineati dalla Cgia, la capacità dell’Italia di rimettersi in piedi dopo la pandemia: «Tra il 2019 e il 2024 l’Italia ha ottenuto una crescita del Pil reale del 5,8 per cento, la Francia del 4,3 e la Germania dello zero», solo la Spagna è riuscita a fare meglio nello stesso periodo. Se si considera il Pil pro capite l’Italia fa però da apripista: la crescita è del 7,2% mentre altri paesi, come la Germania, sono in contrazione. Il fatto che Germania e Francia arranchino non può essere considerato una buona notizia, visto che la maggior parte delle esportazioni italiane sono dirette proprio in questi due Paesi: «Purtroppo, le ricadute negative si faranno sentire anche nel nostro Paese che dovrà affrontare anche gli effetti negativi causati dai dazi imposti dall’Amministrazione USA guidata dal presidente Trump» afferma la Cgia.

I problemi strutturali rimangono




L’Italia ha superato la Francia quest’anno; quest’ultima ci precede per il carico fiscale. Con un prelievo fiscale pari al 45,2% del Pil, è come se lo scorso anno i contribuenti francesi avessero versato complessivamente 57 miliardi di euro di tasse/contributi in più rispetto agli italiani. La Cgia però invita alla prudenza: «I problemi strutturali del nostro Paese sono ancora molto diffusi. Sarebbe scorretto non riconoscerlo». Le criticità sono note: il basso tasso di occupazione femminile, la crescita minima delle retribuzioni e le disuguaglianze sociali, oltre a «burocrazia, fisco, costi energetici e deficit infrastrutturali che continuano a condizionare negativamente la competitività del nostro sistema produttivo». L’associazione ricorda però che le misure pubbliche, il PNRR e le risorse per la ZES Unica «stanno rilanciando il Mezzogiorno» e spingendo la crescita.