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Salvatore Ocone, il Tso e le parole dopo la strage in famiglia: «Mia moglie troppo autoritaria». Il figlio 21enne torna da Rimini: «Perché ero scappato da quella casa»

01 Ottobre 2025 - 14:19 Giammarco Pio Isoldi
paupisi
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Lo sfogo dell'agricoltore reo confesso agli inquirenti, dopo la fuga durata oltre 13 ore. Il passato con seri problemi psichici confermati dal procuratore di Benevento. Il figlio maggiore scioccato dopo aver trovato i carabinieri davanti all'hotel a Rimini dove lavorava

«Mia moglie era aggressiva e autoritaria». Con questa frase Salvatore Ocone ha provato a spiegare agli inquirenti perché, all’alba di ieri, ha ucciso la moglie Elisa Polcino e il filgio più piccolo, Cosimo, in una follia omicida che si è conclusa ieri sera nelle campagne di Campobasso. In conferenza stampa, il procuratore di Benevento Gianfranco Scarfò e gli investigatori hanno confermato che Ocone soffriva di una psicosi cronica: nel 2011 era stato sottoposto a un Tso, ma da allora non risultavano altri ricoveri né episodi simili. «Non ci sono precedenti di violenze familiari» hanno sottolineato, aggiungendo che è in corso la valutazione della sua capacità di intendere e di volere.

Il ritorno del figlio maggiore

Intanto, a Paupisi è tornato Mario, il figlio maggiore di Elisa, 23 anni, che da tre anni si era trasferito a Rimini per lavorare nel settore della ristorazione. Il giovane aveva scelto di allontanarsi dalla casa di famiglia per inseguire il suo sogno di fare il cameriere e per sfuggire a un clima domestico segnato dalle tensioni e dalla depressione del padre. «Quella casa era diventata un ambiente insopportabile, una gabbia litigiosa da cui sono scappato» avrebbe detto il giovane ai familiari, quando nella tarda serata di ieri è rientrato a casa. Ha chiesto subito notizie a proposito della sorella 16enne sopravvissuta. Dopo una notte a casa dei nonni materni, questa mattina ha raggiunto l’ospedale Neuromed di Isernia, dove la ragazza è ricoverata. «Non avrei mai immaginato che mio padre potesse arrivare a tanto», avrebbe confidato il giovane, abbracciando in lacrime i familiari.

La strage e la fuga: cosa è successo

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Ocone avrebbe colpito la moglie nel sonno con una grossa pietra, presa probabilmente in giardino, per poi aggredire i due figli dentro casa. Dopo averli feriti, li avrebbe trascinati fino all’auto e sarebbe fuggito, lasciando tracce di sangue sia nell’abitazione sia vicino al veicolo. La fuga è durata tredici ore ed è terminata in Molise, dove l’uomo è stato fermato, senza oppore resistenza, in un campo. La figlia sedicenne, sottoposta a un delicato intervento chirurgico alla testa, è stata trasferita dall’ospedale di Campobasso a quello di Pozzilli. Le sue condizioni sono stazionarie: secondo fonti mediche non sarebbe in pericolo di vita ma nelle prossime ore dovrebbe essere diffuso un bollettino medico con gli ultimi aggiornamenti