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Il «prete calciatore» Don Coraglia trovato con 1.500 file pedopornografici sarà processato con rito abbreviato

05 Ottobre 2025 - 12:15 Ugo Milano
don Jordan Coraglia
don Jordan Coraglia
Il sacerdote era finito ai domiciliari oltre un anno fa, senza possibilità di accedere a internet

Sarà giudicato con il rito abbreviato don Jordan Coraglia, il sacerdote bresciano accusato di detenzione di materiale pedopornografico. La scelta, accolta dal giudice per l’udienza preliminare Alessandra Sabatucci su richiesta del difensore Paolo Inverardi, consentirà, in caso di condanna, la riduzione fino a un terzo della pena. L’udienza è stata fissata per il prossimo 19 dicembre. Ai domiciliari (senza connessione) dallo scorso maggio in un eremo della Vallecamonica, l’ex parroco di Castelcovati e Comezzano-Cizzago, un tempo curato a Urago Mella, è noto anche per aver giocato con la Nazionale italiana dei sacerdoti. Il suo nome è poi emerso nell’ambito di un’indagine coordinata dalla polizia postale e dalla Questura di Roma, che avrebbe portato al sequestro di circa 1.500 file tra foto e video a sfondo sessuale con minori, rinvenuti nei dispositivi del prete.

I gruppi Telegram, le sim straniere, l’identità fake

Secondo l’accusa, don Coraglia avrebbe partecipato online alla creazione di canali Telegram e Instagram utilizzati per lo scambio di materiale pedopornografico, servendosi di sim straniere e di applicazioni destinate a rendere anonima la navigazione. Tra i gruppi individuati, uno era denominato «Ita» e circolavano immagini e video espliciti di minori tra i dieci e i quattordici anni, in gran parte provenienti da Paesi poveri. Questo canale sarebbe stato fondato proprio da lui insieme a un altro utente conosciuto sul web. Le indagini, coordinate dal pm Giovanni Tedeschi, hanno ricostruito anche alcune chat nelle quali il sacerdote si sarebbe finto un adolescente per dialogare con un quindicenne.

La battuta che gli fece Papa Francesco

Nel 2019, durante una partita amichevole vinta contro le Guardie Svizzere, aveva anche incontrato Papa Francesco in piazza San Pietro e gli consegnò una maglietta con il numero 6 e il nome Francesco sulle spalle. Bergoglio, scherzando, replicò: «Qualche volta dite la messa o no?».

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