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Il Parlamento Ue conferma l’immunità a Ilaria Salis: «Una vittoria per la democrazia». Salva per un solo voto – Il video

07 Ottobre 2025 - 12:26 Alessandra Mancini
La decisione dell'aula di Strasburgo: i favorevoli sono stati 306, i contrari 305. «Siamo tutti antifascisti!», si legge su Instagram

Da Strasburgo – Il Parlamento europeo ha deciso di non revocare l’immunità parlamentare per Ilaria Salis, accusata dalla giustizia ungherese di aver aggredito alcuni militanti neonazisti a una manifestazione di estrema destra a Budapest. L’aula ha quindi confermato la posizione espressa lo scorso 23 settembre dalla Commissione Affari giuridici (Juri), che con un solo voto di scarto aveva già respinto la richiesta di revoca avanzata da Budapest. Anche oggi, il verdetto è stato lo stesso: Salis è “salva” per un voto di differenza: i favorevoli alla proposta di non revocare l’immunità sono stati 306, i contrari 305, gli astenuti 17. Cento, invece, gli assenti rispetto al complesso degli eurodeputati. Tra i banchi dell’Eurocamera, i colleghi hanno festeggiato il risultato con baci e persino un mazzo di fiori, seguiti da un abbraccio con il collega Mimmo Lucano.

«Siamo tutti antifascisti»

Su Instagram Salis ha postato una fotografia di sé in piedi in aula con il pugno alzato e la descrizione: «Siamo tutti antifascisti!». Mentre in un nota ha precisato che «questo voto è una vittoria per la democrazia, lo stato di diritto e l’antifascismo», si legge. «Questa decisione dimostra che la resistenza funziona. Dimostra – prosegue Salis – che quando rappresentanti eletti, attivisti e cittadini difendono insieme i valori democratici, le forze autoritarie possono essere affrontate e sconfitte. La lotta è tutt’altro che finita. Le minacce permangono e continuare a lottare è essenziale. Tutti gli attivisti antifascisti presi di mira per aver sfidato l’autoritarismo e le forze fasciste devono essere difesi», conclude l’europarlamentare di Avs.

Il voto segreto, e il sostegno dei popolari?

Per raggiungere la maggioranza necessaria a mantenere l’immunità, era indispensabile ottenere anche il sostegno di una parte dei popolari, il gruppo più numeroso del Parlamento, oppure della destra. Il centrosinistra – socialisti, Verdi, Sinistra (The Left), ma anche liberali – da solo non aveva infatti i numeri per farcela. Proprio per questo il voto segreto si è rivelato fondamentale, poiché ha permesso agli eurodeputati del Ppe, di cui fa parte Forza Italia, così come a quelli dell’Ecr, dove siede Fratelli d’Italia, di esprimersi anche in disaccordo con le linee ufficiali dei loro partiti. Tutti, sulla carta, a favore della revoca.

Durante l’iter in commissione Juri di fine settembre, il relatore Adrián Vázquez Lázara (spagnolo del Ppe) aveva proposto la revoca dell’immunità, ritenendo che non esistesse alcun “fumus persecutionis”, ossia nessuna volontà politica del governo ungherese di perseguitare Salis per le sue idee, anche perché i fatti contestati sono precedenti alla sua elezione. Tuttavia, i membri della commissione avevano respinto la proposta con 13 voti contrari e 12 favorevoli. Al contrario, la relazione del presidente della commissione Affari giuridici del Pe, il bulgaro Ilhan Kyuchyukvotata oggi, sosteneva l’esistenza di prove concrete che il procedimento giudiziario nei suoi confronti mirava a ostacolarne l’attività politica come eurodeputata. Secondo il relatore, l’obiettivo principale della richiesta di revoca dell’immunità sarebbe stato quello di mettere a tacere Salis anche per via delle sue opinioni politiche.

Le reazioni: Salvini vs Tajani

La reazione del vicepremier italiano e leader della Lega, Matteo Salvini, è stata immediata: «Con il trucchetto del voto segreto, richiesto dai gruppi di sinistra, anche qualcuno che si dice di “centrodestra” ha votato per salvare la signora Salis dal processo. Vergogna!», ha scritto in un post. Parole che non sono affatto piaciute al leader di Forza Italia, Antonio Tajani, che ha risposto duramente: «Non accettiamo calunnie né insulti. Non c’è nessuno che tradisce o fa giochi strani».

Per il copresidente di Ecr, Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia, il voto di oggi è stato invece «un voto che umilia», afferma. «Umilia intanto l’Italia, perché è dall’Italia che arriva questo scandalo» e «ci umilia come esponenti politici, che sono qui in virtù di una vita di attività politica» mentre «Salis si trova qui unicamente per sfuggire a un processo per atti di violenza», ha concluso Procaccini parlando a caldo subito dopo il voto sull’immunità. Chi è esulta è invece Avs, ma anche il Pd: «L’Ungheria resta formalmente nell’Unione, ma viola in modo sistematico lo Stato di diritto, calpestando l’indipendenza della magistratura, la libertà di stampa e la tutela dei diritti fondamentali», scrive in una nota la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno. Per l’eurodeputato dem Brando Benifei «non si tratta di difendere una persona ma il diritto di tutte e tutti a un processo giusto e non condizionato da pressioni politiche dichiarate e inaccettabili. È una bella giornata per chi crede nella giustizia».


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