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Istat, nel 2024 una famiglia su tre ha tagliato la spesa alimentare. Il Codacons: «Il governo adotti provvedimenti per far scendere i prezzi»

07 Ottobre 2025 - 13:35 Davide Aldrigo
spesa alimentare 2024 istat
spesa alimentare 2024 istat
Spesa media mensile pari a 2.775 euro, ma con oltre 800 euro di differenza tra Nord-Est e Sud. I single spendono il 68% di una coppia.

Lo scorso anno la spesa per consumi delle famiglie in Italia è rimasta stabile, ma una famiglia su tre ha limitato la spesa alimentare. È quanto rileva l’Istat nel suo ultimo report, precisando che nel 2024 la spesa media mensile per consumi delle famiglie è stata pari a 2.755 euro, sostanzialmente invariata rispetto ai 2.738 euro del 2023. È cambiata però la sua composizione, perché circa un terzo delle famiglie ha dichiarato di aver limitato in quantità e/o qualità, rispetto a un anno prima, la spesa per il cibo (31,1% nel 2024 contro il 31,5% nel 2023) e per le bevande (passata dal 35,3%, dal 35,0%). Per il secondo anno consecutivo, la spesa è significativamente superiore al livello pre-Covid: era stata pari a 2.561 euro nel 2019. In particolare, tra il 2019 e il 2024 la spesa per consumi delle famiglie è aumentata del 7,6% a fronte di un’inflazione, misurata sullo stesso arco temporale dall’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca), del 18,5%.

La spesa non alimentare rimane stabile

La spesa non alimentare è pari in media a 2.222 euro mensili, ovvero l’80,7% della spesa totale, in un valore varianile varia tra i 3.032 euro nel Nord-est e i 2.199 del Sud. Una sostanziale stabilità caratterizza quasi tutte le divisioni di spesa non alimentare. Aumenta la spesa relativa a Servizi di ristorazione e di alloggio (+4,1%, 162 euro mensili) sebbene con ritmi più contenuti rispetto al 2023 (quando l’aumento era stato del 16,5%). La crescita è più marcata nel Centro (+7,2%, 175 euro), anche se il livello più elevato continua a essere quello del Nord-est (209 euro mensili). Si riducono invece le spese per Informazione e comunicazione, che diminuiscono del 2,3% rispetto al 2023. Come nei due anni precedenti, anche nel 2024 la voce di spesa che le famiglie dichiarano di aver limitato maggiormente è quella per abbigliamento e calzature: se si escludono quelle che affermano di non sostenere questa spesa (il 4,3% di tutte le famiglie residenti), la quota di chi ha provato a ridurla è del 47,5% (in lieve diminuzione rispetto al 48,6% del 2023) e sale al 57,6% nel Mezzogiorno (era il 58,0% nel 2023).

Il divario tra Nord-Est e Sud e il rapporto tra italiani e stranieri

I livelli di spesa più elevati, superiori alla media nazionale, si registrano nel Nord-est (3.032 euro), nel Centro (2.999 euro) e nel Nord-ovest (2.973 euro), mentre sono più bassi e inferiori alla media nazionale nelle Isole (2.321 euro) e nel Sud (2.199 euro). In termini percentuali la differenza tra la spesa del Nord-est e quella del Sud si attesta al 37,9%, con la spesa media del Nord Est di 834 euro superiore a quella del Sud. A livello regionale la palma per la spesa media mensile più elevata va a Trentino-Alto Adige (3.584 euro) e Lombardia (3.162 euro), mentre Calabria e Puglia sono quelle con la spesa più contenuta, rispettivamente 2.075 e 2.000 euro mensili. Interessante anche il dato sulla composizione delle famiglie: sempre lo scorso anno le famiglie di soli italiani hanno speso in media, ogni mese, 2.817 euro, a fronte dei 2.138 euro delle famiglie con almeno uno straniero. Le famiglie di soli italiani spendono dunque il 31,8% in più delle famiglie con stranieri, differenza che in termini assoluti corrisponde a circa 680 euro.

I single spendono il 68% rispetto a una coppia

Come sempre la spesa media mensile aumenta al crescere dell’ampiezza familiare, anche se l’incremento è meno che proporzionale rispetto all’aumentare del numero di componenti. Ciò significa che la spesa media mensile per una famiglia di una sola persona è pari a 1.932 euro, cioè il 68% circa di quella delle famiglie di due componenti e il 58% circa di quella delle famiglie di tre componenti.

I commenti del Codacons e di Federconsumatori

«I dati dell’Istat attestano ancora una volta il fortissimo effetto dei prezzi al dettaglio sulla spesa degli italiani», ha commentato il presidente del Codacons Carlo Rienzi. «L’onda lunga dei rincari continua purtroppo a farsi sentire anche nel 2025, con aumenti a due cifre per alcuni prodotti alimentari di largo consumo e vendite che crollano in volume. Per questo è importante che il governo adotti provvedimenti efficaci per far scendere i listini al dettaglio in settori essenziali come gli alimentari, considerando il venire meno di fattori come il caro-energia che negli ultimi anni hanno influito sui prezzi». Analoghi provvedimenti sono richiesti da Federconsumatori: il taglio della spesa alimentare è «un dato drammatico», che «non fa che confermare le preoccupazioni che manifestiamo da tempo sulle condizioni economiche delle famiglie, sempre più precarie, e su un andamento dei prezzi poco trasparente che son rimasti su livelli troppo elevati, senza mai riposizionarsi in maniera adeguata al ribasso».

Foto copertina: EPA/JIM LO SCALZO

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