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Fratoianni a Open dopo la batosta in Calabria: «Il Campo largo? Abbiamo tanto in comune, ma sembriamo sempre in ritardo prima del voto» – L’intervista

07 Ottobre 2025 - 19:04 Sofia Spagnoli
Nicola Fratoianni
Nicola Fratoianni
A parlare con Open è Nicola Fratoianni, leader di Avs: «Ripartiamo dai punti programmatici». Sulla sconfitta alle Regionali calabresi: «Forse le proposte non sono state abbastanza convincenti, ma ci sarà tempo per riflettere sulla loro efficacia».

Quanto regge ancora lo slogan di Elly Schlein, «testardamente unitari»? I risultati delle regionali in Calabria fanno traballare l’alleanza di centrosinistra: quel “campo largo” che tiene insieme Partito democratico, Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento 5 Stelle sembra mostrare segni di fatica. I risultati danno il Pd fermo al 13,6%, il M5S non cresce (6,4%) e la lista del candidato Tridico si attesta al 7,6%. Delude Avs, che si ferma al 3,9%, sotto la soglia di sbarramento. Così, dopo una giornata di analisi, silenzi e malumori, dai leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, arriva una presa di coscienza: «L’impressione è che il campo progressista risulti il frutto di improvvisazione» occorre dunque «insistere, ma serve un cambio di passo che non può più essere rinviato». Ma da dove ripartire? Ne abbiamo parlato con Fratoianni.

Diciassette punti di distacco separano Tridico da Occhiuto. Non pochi. Com’è l’umore generale?

«L’umore è quello di chi ha subito una sconfitta. Abbiamo perso nettamente, come ha riconosciuto per primo Pasquale Tridico, al termine di una campagna elettorale molto difficile e molto breve. Una corsa resa ancora più complicata dalla scelta di Occhiuto di anticipare il voto in Calabria rispetto alla naturale scadenza: una decisione cinica. Insomma, l’umore è quello di chi riflette su una sconfitta. Ora si apre il tema di come cambiare direzione»

Proprio su questo punto, lei e Bonelli avete detto che serve un cambio di passo nella coalizione di centrosinistra. Da cosa cominciare?

«Ricominciare, intanto, dalla coalizione. Investendo nel campo progressista, ma non in modo estemporaneo. Nella percezione di molti cittadini, la nostra alleanza appare troppo spesso come una scelta tardiva, dettata dalla necessità più che da una coesione sincera. Io invece penso che i punti di convergenza siano molti, e proprio per questo andrebbero valorizzati meglio. Serve continuità nel lavoro, non solo mobilitazione alla vigilia di ogni appuntamento elettorale».

Per esempio, quali sarebbero i punti di convergenza?

«Moltissimi. Punti tradotti e scritti in diverse proposte di legge: dal salario minimo alla sanità pubblica, passando per la medicina territoriale e preventiva. Ma anche istruzione, ricerca pubblica, politiche energetiche e sostenibilità. Direi che la maggior parte dei temi ci vede già allineati. Il problema è che su questi punti la coalizione fa ancora fatica a costruire l’impalcatura di una proposta complessiva. Serve anche lavorare sulla stabilità dell’alleanza: dare l’idea che la nostra coalizione esiste oggi e continuerà a esserci anche domani».

Tra l’altro, Avs in una fase iniziale voleva un proprio candidato in Calabria. Poi avete fatto un passo indietro. Quanto avrebbe fatto la differenza?

«Non credo che questo sia il punto. Dal momento stesso in cui è stato scelto Pasquale Tridico, lo abbiamo sostenuto convintamente. La questione non può in alcun modo essere ricondotta al tema della candidatura. Qualunque candidato avrebbe sofferto le stesse dinamiche».

Guardando ai risultati, vi siete fermati al 3,9%, restate sotto la soglia di sbarramento, quindi nessun consigliere.

«Se Mimmo Lucano non fosse stato escluso in partenza, forse avremmo superato la soglia di sbarramento. Certo è che il nostro risultato non ci soddisfa, anche perché per un soffio non entriamo in Consiglio regionale. Però ci tengo a precisare che in questa tornata abbiamo superato di poco i 29mila voti assoluti, mentre alle ultime politiche ci eravamo fermati a 12mila. Rispetto alle europee perdiamo qualcosa, ma si tratta di elezioni completamente diverse».

Dal centrodestra vi accusano di aver sottovalutato i calabresi, proponendo misure come il reddito di cittadinanza regionale o l’aumento delle guardie forestali. Cosa risponde?

«A me sembra invece che abbiamo cercato di prenderci cura dei calabresi, in una regione dove tutti gli indicatori fondamentali – dalla sanità al reddito pro capite – mostrano un peggioramento. L’elettorato ha dato fiducia a Occhiuto, una scelta che va rispettata. Ma noi abbiamo provato ad avanzare proposte che, se attuate, avrebbero comunque migliorato le condizioni di vita dei cittadini. Forse non sono state abbastanza convincenti: ci sarà tempo per riflettere sull’efficacia di quelle proposte.»

Regge ancora il motto di Schlein “testardamente unitari”?

«Non è una questione di testardaggine, ma di buon senso. È evidente che in questo sistema maggioritario, come quello che caratterizza i sistemi elettorali di questo Paese, costruire coalizioni ampie è necessario, ma non basta: non è una condizione sufficiente»

Ora siete in Toscana. Su questa partita non ci dovrebbero essere sorprese spiacevoli.

«Mai dare tutto per scontato, ma diciamo che qui la situazione mi pare positiva. Andiamo avanti».

Però oggi festeggiate la conferma dell’immunità di Ilaria Salis

«Festeggiamo intanto un principio: ovvero che l’Europa resta il continente del diritto e dei diritti, dei valori liberali e democratici. L’Europa e il Parlamento europeo non si rassegnano al fatto che una persona possa essere vittima di una giustizia ingiusta».

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