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Monster, la storia di Ed Gein è la serie Netflix del momento: ecco cosa c’è da sapere e perché la criticano

08 Ottobre 2025 - 16:41 Gabriele Fazio
monster netflix
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Dopo essersi documentato su Ed Gein Charlie Hunnam, l'attore che lo interpreta, ha pensato che «non ci sarebbe stato un ritorno»

È la serie tv più vista in Italia su Netfix, è stata distribuita in 62 paesi e negli Stati Uniti non si parla d’altro, poco importa se in realtà stanno arrivando molte stroncature, anzi, probabilmente il continuo parlare di un prodotto così disturbante non fa che aumentare la curiosità che suscita nel pubblico. Parliamo di Monster: La storia di Ed Gein, terzo anello della collana thriller creata Ryan Murphy e Ian Brennan e che comprende altri due fenomeni della serialità degli ultimi anni come Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story (2022) e Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story (2024).

La trama ripercorre i crimini di Ed Gein, detto anche il “Macellaio di Plainfield”, serial killer e ladro di cadaveri, interpretato da un ottimo Charlie Hunnam, succube di una madre autoritaria (Laurie Metcalf) e un’educazione ultracattolica nel Wisconsin degli anni ’40. Alla morte della madre, per la quale nutriva un sentimento ossessivo, Gein inizia a dissotterrare cadaveri di donne che in qualche modo gliela ricordavano, fino ad arrivare ad utilizzare parti dei loro corpi per la costruzione di oggetti. Interessante lo spunto narrativo ideato dai creatori della serie, di raccontare parte della storia attraverso insert riguardanti tre note pellicole che in un modo o nell’altro sarebbero state ispirate dalle vicende di Ed Gein: Psycho, Non aprite quella porta e Il silenzio degli innocenti.

Le critiche alla serie

La critica più insistente riguarda la veridicità dei fatti, pare infatti che siano tante le incongruenze tra la vera storia di Ed Gein e la serie che vuole raccontarlo. L’uomo infatti negò sempre di aver praticato la necrofilia, non ha mai aiutato le autorità a catturare Ted Bundy, non ci sono prove concrete che abbia ucciso più di due donne e anche le armi utilizzate per gli omicidi sono state romanzate a favore di sceneggiatura. Nel prodotto Netflix si da poi per scontata una connessione diretta con i film che le azioni di Ed Gein avrebbero ispirato, parte della narrazione è proprio messa in bocca ad attori che interpretano Alfred Hitchcock e Tobe Hooper, ma in realtà si tratta forse più di un’idea dei creatori, perché non risulta alcuna relazione.

Durante le puntate della serie verrebbe anche suggerita una macabra eredità, le vicende di Ed Gein avrebbero avuto un’influenza su Richard Speck, che uccise otto giovani donne di un campus universitario di Chicago nel 1966, ma anche in questo caso non risulta alcun riscontro. Molti non perdonano ai creatori della serie nemmeno una certa indulgenza per quel che riguarda il finale della storia, dove tenderebbero quasi a compatire quel personaggio che abbiamo accompagnato per otto puntate in una deprimente e inquietante discesa negli inferi.

Il lavoro di Charlie Hunnam

Per interpretare Ed Gein, Charlie Hunnam ha perso 14 kg in sole tre settimane, ma forse lo sforzo fisico non è stato devastante quanto quello mentale, e a raccontarlo è proprio l’attore inglese classe 1980. Dopo aver accettato il ruolo, sostiene di aver avuto la sensazione di aver fatto «un terribile errore». Dopo essersi documentato su Ed Gein ha pensato che «non ci sarebbe stato un ritorno», nel senso che mettere in scena certe atrocità avrebbe sicuramente lasciato delle cicatrici. A tranquillizzarlo, come ha raccontato, è stata la lettura della sceneggiatura: «Lì ho capito che non ci saremmo concentrati su ciò che Ed Gein aveva fatto e su un’analisi approfondita, ma sul perché lo avesse fatto, cercando di trovare l’essere umano dietro il mostro».

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