Gaza, generale Usa nella Striscia: «Nessun nostro soldato qui». Rientrati in 500mila: «Non è rimasto più niente». Inizia il trasferimento dei prigionieri palestinesi – La diretta


Salvo violazioni della tregua, retromarce politiche o sorprese di altro tipo, lunedì 13 ottobre dovrebbe essere il giorno del rilascio degli ostaggi israeliani attualmente nelle mani di Hamas. Nel frattempo, i media palestinesi sostengono che gli attacchi aerei dell’Idf sulla Striscia di Gaza non si sono affatto interrotti, nonostante la firma dell’accordo sulla prima fase del piano di pace proposto da Donald Trump che ha fatto entrare in vigore un cessate il fuoco.
500mila palestinesi di ritorno al nord
La Protezione civile di Gaza ha comunicato che oltre 500mila persone sono rientrate nel nord della Striscia dopo il cessate il fuoco.
«Camion con aiuti stanno entrando a Gaza»
L’agenzia israeliana che gestisce il trasferimento degli aiuti umanitari (Cogat) ha affermato alla Cnn che oggi alcuni camion sono entrati a Gaza senza specificare l’entità. Secondo Cogat, i camion conterranno principalmente «cibo, attrezzature mediche, forniture per rifugi, nonché carburante per operazioni essenziali e gas da cucina». Saranno consentite anche le attrezzature essenziali per la riparazione delle infrastrutture critiche, ha affermato. Il Programma Alimentare Mondiale ha annunciato di aver iniziato a intensificare le sue operazioni. «Nelle prossime settimane, il Wfo aumenterà il numero di panetterie», ha aggiunto.
Usa: «Nessun soldato americano a Gaza»
L’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente, Steve Witkoff, e il capo del Centcom, l’ammiraglio Brad Cooper, oggi hanno visitato una base dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza, accompagnati dal capo di stato maggiore israeliano Eyal Zamir. Cooper su X ha spiegato che l’obiettivo era discutere la creazione di un “centro di coordinamento civile-militare” guidato dal Centcom, che “sosterrà la stabilizzazione del conflitto”. L’ammiraglio ha confermato “non ci saranno boots on the ground americani a Gaza” per portare a termine il piano di pace.
Statement from Adm. Brad Cooper, CENTCOM commander: pic.twitter.com/1TeByRzPoF
— U.S. Central Command (@CENTCOM) October 11, 2025
300mila rientrati a Gaza dalla tregua
La protezione civile della Striscia, gestita da Hamas, stima che “300mila palestinesi” siano tornati a Gaza City dall’inizio della tregua, ma lamenta che non ci sono abbastanza tende o case per accogliere gli sfollati. Nelle ultime ore, si afferma, sono stati recuperati dalla macerie in tutta la Striscia 150 cadaveri ma mancano all’appello altre 9.500 persone considerate “disperse”.
I palestinesi tornati a Gaza: «Non è rimasto più niente»
Il ritorno dei palestinesi a casa, dopo il cessate il fuoco, è carico di sconforto e desolazione. Molti sono arrivati a Gaza City per valutare i danni e decidere se le loro famiglie potranno tornare ma si trovano ad affrontare una realtà dura e straziante. «Non è rimasto più nulla», è il racconto ad Al Jazeera. I palestinesi hanno detto di non aver trovato nulla dei loro quartieri e delle zone che un tempo chiamavano casa, non riescono nemmeno a riconoscerle. Molte famiglie hanno anche affermato di non potersi permettere l’elevato prezzo del ritorno al nord, perché due anni di guerra israeliana hanno privato le famiglie di ogni possibile fonte di reddito.
Stessa desolazione a Khan Yunis. Secondo il sindaco della città, l’80% del governatorato di Khan Yunis è distrutto. Circa 400.000 tonnellate di macerie ricoprono le strade della città, ha aggiunto Alaa al-Din al-Batta. Un totale di 136 tra parchi, giardini, piazze pubbliche e rotatorie sono stati rasi al suolo e distrutti, ha aggiunto. «Abbiamo inviato nove squadre sul campo per ripulire le strade, ma abbiamo urgente bisogno di mezzi pesanti a causa dell’enorme quantità di detriti che bloccano le strade», ha dichiarato in una conferenza stampa, ripresa dalla Cnn
Cnn: «Il rilascio degli ostaggi forse nella notte tra domenica e lunedì»
Secondo una fonte sentita dalla Cnn, il rilascio degli ostaggi israeliani potrebbe avvenire nella notte tra domenica 12 e lunedì 13 ottobre ed è probabile che avvenga da diverse località. La tempistica del rilascio non è ancora definita e potrebbe ancora cambiare, ma questa soluzione garantirebbe che gli ostaggi vengano liberati prima dell’arrivo in Israele di Donald Trump, previsto per lunedì. Il termine di 72 ore per il rilascio degli ostaggi è lunedì a mezzogiorno, ora locale. Si ritiene che dei 48 ostaggi rimasti, 20 siano ancora vivi.
L'Ue: «Pronti a contribuire alla pace»
«L’Ue è pronta a contribuire all’attuazione del piano globale per porre fine al conflitto di Gaza attraverso la varietà di strumenti a sua disposizione, sulla base del suo impegno di lunga data e del suo sostanziale sostegno alla pace nella regione. L’Ue continuerà a sostenere la fornitura rapida, sicura e senza ostacoli di aiuti umanitari, lavorando in stretta collaborazione con le agenzie delle Nazioni Unite e le Ong internazionali, e in conformità con il diritto internazionale». Lo ha sottolineato l’Alto Rappresentante, Kaja Kallas, in una dichiarazione a nome dell’Ue.
Onu: da domenica «massicci aiuti» per Gaza
L’Onu ha ricevuto il via libera da Israele per iniziare a far entrare massicci aiuti a Gaza a partire da domenica: lo afferma un funzionario delle Nazioni Unite all’Associated Press. Gli aiuti includono 170.000 tonnellate che sono già state posizionate in Paesi vicini come Giordania ed Egitto. Nelle ultime 24 ore, funzionari delle Nazioni Unite e autorità israeliane hanno avviato una serie di discussioni sul volume di aiuti che le organizzazioni umanitarie possono portare e attraverso quali punti di ingresso. Le organizzazioni umanitarie come l’Unicef si dicono pronte a inviare aiuti: «Speriamo che tutti i valichi vengano aperti».
Il summit di pace in Egitto sarà presieduto da al Sisi e Trump
La cerimonia di lunedì per la firma dell’accordo di pace fra Israele e Hamas sarà copresieduta dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi e dal presidente americano Donald Trump. Lo scrivono i media del Cairo, secondo i quali sono stati ufficialmente invitati i leader di Germania, Francia, Regno Unito, Qatar, Emirati arabi, Giordania, Turchia, Arabia Saudita, Pakistan e Indonesia. L’Italia sarà rappresentata dalla premier Giorgia Meloni. Il vertice, previsto a Sharm el Sheikh, è stato al centro di un recente colloquio telefonico preparatorio tra il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdel Aty, e l’omologo Usa, Marco Rubio.
È iniziato il trasferimento dei prigionieri palestinesi
L’Idf ha iniziato a trasferire i prigionieri palestinesi che verranno rilasciati nell’ambito dell’accordo di pace di Trump. Lo afferma la tv pubblica israeliana Kan. I detenuti saranno rilasciati da diverse prigioni: quelli rilasciati a Gaza o deportati attraverso il valico di Rafah sono stati trasferiti al carcere di Ketziot, mentre quelli che saranno rilasciati in Cisgiordania, cento secondo le stime, saranno trasferiti al carcere di Ofer.
Tajani si congratula con Rubio per il piano di pace
«Ho avuto una lunga telefonata con il Segretario di Stato americano, Rubio. Un confronto sul cessate il fuoco a Gaza. Lavoriamo insieme per una rapida attuazione del Piano di Pace del presidente Trump, che prevede anche un pronto ritorno a casa degli ostaggi. Mi sono congratulato per l’efficacia dell’azione americana, un grande successo politico e diplomatico». Lo scrive su X il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. L’Italia, prosegue il vicepremier, «continuerà nel suo impegno umanitario per assistere la popolazione palestinese e lavorerà per garantire la sicurezza di Israele».
Media: «200 soldati Usa arrivati in Israele»
Durante la notte, «truppe statunitensi hanno iniziato ad arrivare in Israele come parte di una forza che contribuirà a supervisionare il cessate il fuoco a Gaza». Lo scrive Abc News, citando due funzionari americani. La squadra, composta da duecento unità, arriverà nel fine settimana dagli Stati Uniti e da altre basi in Medio Oriente. Secondo le fonti, l’esercito americano istituirà una task force multinazionale, denominata «Centro di controllo congiunto», che probabilmente includerà anche militari di Egitto, Qatar, Turchia ed Emirati. Un alto funzionario ha precisato che «nessuna forza statunitense entrerà a Gaza».
Trump: «La tregua reggerà»
Donald Trump si dice fiducioso sulla tenuta del cessate il fuoco a Gaza. «Penso che reggerà. Sono tutti stanchi di combattere», ha detto il presidente americano. Trump conferma inoltre che gli ostaggi a Gaza saranno rilasciati lunedì nell’ambito dell’accordo di pace raggiunto. La cerimonia ufficiale per l’intesa sarà al Cairo, in Egitto, alla presenza dello stesso Trump e di «molti leader da tutto il mondo».
Media: «19 palestinesi morti nonostante il cessate il fuoco»
Secondo l’agenzia palestinese Wafa, diciannove palestinesi sono stati uccisi nei continui attacchi aerei israeliani su Gaza, nonostante l’annunciato accordo di cessate il fuoco, mentre una persona è deceduta per le ferite riportate in un precedente attacco. Secondo le stesse fonti, 16 persone sono state uccise quando aerei da guerra israeliani hanno bombardato una casa di proprietà della famiglia Ghabboun nel sud di Gaza City. Due palestinesi sono stati uccisi anche in un attacco aereo a sud di Khan Younis, sempre nel sud di Gaza. Dall’ottobre 2023, oltre 67 mila palestinesi sono stati uccisi a Gaza, con circa 170 mila feriti, per lo più bambini e donne.