Caso Garlasco, l’avvocato Lovati e la mossa da testimonial di una clinica dentistica in Albania: «Dopodomani torno lì così mi mettono i denti»


Il legale Massimo Lovati, avvocato della difesa di Andrea Sempio è finito sotto i riflettori per alcune dichiarazioni rilasciate durante il programma Dentro la notizia, condotto da Gianluigi Nuzzi su Canale 5. Lovati ha confermato di essere ancora parte del team difensivo di Sempio, sottolineando di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale che metta in dubbio il suo ruolo. «Per ora sono ancora il suo avvocato. Io rimango finché mi lasciano rimanere. Andrea secondo me sbaglierebbe a separarsi da me», ha affermato. Poi, a proposito degli insulti rivolti alla famiglia Sempio («sono ignoranti come delle capre», ndr), ha spiegato che si trattava di una “strategia difensiva”. «Mi riferivo alla loro frase quando hanno detto che erano in balia degli avvocati. Loro sono ignoranti in materia giuridica e, siccome talvolta offendere i miei clienti è una mia strategia, mi sono espresso così. È una strategia che a volte è vincente: faccio presa sui giudici criticando e offendendo i miei clienti», ha dichiarato.
La clinica dentistica in Albania
Lovati ha poi affrontato la questione dei 30mila euro che la famiglia Sempio avrebbe versato per l’assistenza legale, sostenendo di aver percepito molto meno. «Non ho preso quella cifra, semmai un terzo. E comunque avrei avuto diritto a molto di più: se avessi seguito il mio tariffario, la cifra corretta sarebbe stata almeno 130mila euro. Ho lavorato otto mesi su un caso complesso», ha precisato l’avvocato. In chiusura di trasmissione, Nuzzi gli ha chiesto conto della sua collaborazione con una clinica dentistica in Albania, dove Lovati ha detto di essersi sottoposto a un intervento. «Dopodomani torno lì così mi mettono i denti. Sono già testimonial di quella clinica, ho firmato un contratto. Mi hanno messo gli impianti e quando mi chiederanno di fare il testimonial lo farò. Non pagherò per questa operazione», ha spiegato. Sulle possibili incompatibilità tra la professione forense e l’attività pubblicitaria, il legale ha risposto con ironia: «No, perché questa è pubblicità indiretta».