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Istat, sono 5,7 milioni gli italiani in condizioni di povertà assoluta: stranieri e minori i più colpiti

14 Ottobre 2025 - 18:19 Davide Aldrigo
povertà assoluta
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Faticano anche le famiglie numerose e quelle più giovani

Pochi giorni fa un report Istat riferiva i tagli operati dalle famiglie italiane alla spesa alimentare nel 2024. Oggi, un nuovo rapporto dell’Istituto nazionale di statistica esplora la popolazione che si colloca sotto la soglia della povertà assoluta, cioè che non riesce a permettersi la spesa minima necessaria per acquistare un paniere di beni e servizi considerati essenziali per uno standard di vita dignitoso. Secondo le ultime rilevazioni, nel 2024 2,2 milioni di famiglie, per un totale di 5,7 milioni di individui, si trovavano in queste condizioni. Il dato è stabile rispetto a quello dell’anno precedente, ma a preoccupare è anche lo squilibrio tra italiani e stranieri, segno che nel nostro Paese ricchezza e cittadinanza procedono di pari passo.

Stranieri e minori a rischio

Secondo Istat, al 2024 l’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 30,4%. Il dato sale al 35,2% nelle famiglie composte esclusivamente da stranieri, mentre si attesta al 6,2% per le famiglie composte solamente da italiani. L’altro dato allarmante è quello sui minori in povertà: per l’Istituto sono oltre 1,28 milioni i bambini e ragazzi che vivono in povertà assoluta in Italia, pari al 13,8% del totale. É il valore percentuale più alto registrato dal 2014. Il suo andamento geografico riflette il divario territoriale tra le famiglie del Paese, per cui il Mezzogiorno registra l’incidenza più alta di povertà assoluta tra le famiglie (10,5%), seguito dal Nord-Ovest (8,1%) e dal Nord-Est (7,6%). Il Centro si conferma l’area meno colpita con un’incidenza del 6,5%. 

I componenti delle famiglie più povere

L’incidenza di povertà assoluta si conferma più alta tra le famiglie ampie: raggiunge il 21,2% tra quelle con cinque e più componenti e l’11,2% tra quelle con quattro, per scendere all’8,6% tra le famiglie di tre componenti. Sotto questa soglia però l’incidenza sale di nuovo e tra le famiglie monogenitore più di una famiglia su 10 (11,8%) e in povertà assoluta. Inoltre, le rilevazioni statistiche osservano che la povertà assoluta tra le famiglie con «persona di riferimento» di almeno 65 anni risulta più contenuta (6,7%) rispetto a quelle dove il “capofamiglia” è più giovane (l’incidenza supera il 10% tra le famiglie con persona di riferimento di età non superiore ai 54 anni e si attesta al 7,3% tra le famiglie di 55-64enni). In generale, si conferma una relazione inversa fra il valore dell’incidenza e l’età della persona di riferimento, «anche per effetto – suggerisce l’Istituto – della minore propensione al risparmio delle famiglie più giovani».

L’istruzione come rimedio per combattere la povertà

Infine, i dati Istat confermano ancora una volta un’equivalenza nota. Nel report si legge che «l’incidenza di povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento: se quest’ultima ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore, l’incidenza è pari al 4,2%, ma è tre volte più elevata (12,8%) se ha al massimo la licenza di scuola media e aumenta ulteriormente, salendo al 14,4%, per le famiglie in cui la persona di riferimento ha conseguito al massimo la licenza di scuola elementare».

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