La Manovra da 18 miliardi: bonus e taglio Irpef, 2 miliardi per «adeguare i salari» e contributo delle banche. Che cosa c’è nella legge di Bilancio


Sarà di 18 miliardi la dote della legge di bilancio per i 2026 su cui è al lavoro il governo. Il Consiglio dei ministri si è riunito alle 15.30 a Palazzo Chigi con tre punti all’ordine del giorno: un decreto-legge con misure urgenti in materia economica, il Documento programmatico di bilancio (Dpb) 2026 e, appunto, le linee generali della manovra. La cifra stanziata dall’esecutivo di Giorgia Meloni per il prossimo anno sarà di 18 miliardi, una cifra più alta dei 16 miliardi circolati nei giorni scorsi. «L’impegno del governo, in questo scenario, è proseguire da un lato nell’azione di sostegno del potere di acquisto delle famiglie, delle imprese e per il sociale, dall’altro assicurare la sostenibilità della finanza pubblica», spiega il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in una nota diffusa dopo il Cdm. Nella manovra definitiva, che dovrebbe essere approvata venerdì, «saranno definite anche le iniziative di pacificazione fiscale rivolte ai contribuenti e sulle pensioni».
Due miliardi per i salari, rinviate plastic e sugar tax
Tra le novità annunciate dal Mef in seguito al vertice di governo c’è uno stanziamento di due miliardi per «favorire l’adeguamento salariale al costo della vita». Viene prorogata, inoltre, fino al 31 dicembre 2026 la sterilizzazione della plastic tax e della sugar tax, che sarebbero dovute entrare in vigore — in assenza di interventi — a metà del prossimo anno.
Confermati i bonus edilizi anche per il 2026
Il dicastero di Giorgetti propone, inoltre, una revisione della disciplina per il calcolo dell’Isee, l’indicatore più usato per accedere a bonus e agevolazioni fiscali. Questa revisione, spiega il Mef, serve a «favorire l’accesso a determinate prestazioni agevolate». Per quanto riguarda i bonus edilizi sono prorogate per il 2026 le stesse condizioni previste per l’anno 2025. Questo significa che anche per il prossimo anno i lavori sulle prime case avranno una detrazione del 50%, le seconde case al 36%.
Il «contributo» delle banche
Per quanto riguarda le coperture, secondo le indiscrezioni circa 9,5 miliardi arriveranno da tagli ai ministeri, trasferimenti e rimodulazioni degli stanziamenti, 2,3 miliardi da un aumento del deficit programmatico e altri 4 miliardi da nuovi contributi. In quest’ultima voce si nasconde una delle novità più rilevanti della nuova manovra. La nota del Mef conferma infatti che ci sarà un prelievo da banche e assicurazioni, anche se non si menziona alcuna cifra. Le ultime indiscrezioni parlano di un possibile contributo di 4,5 miliardi.
Più soldi per la sanità e le famiglie
Ai rifinanziamenti per la sanità pubblica previsti l’anno scorso dalla legge di bilancio, pari a oltre 5 miliardi per il 2026 e il 2027 e 5,7 miliardi per il 2028, si aggiungono 2,4 miliardi di euro per il 2026 e 2,65 miliardi per il biennio successivo. Stanziati nel triennio anche 3,5 miliardi per la famiglia e contrasto alla povertà.
Il contributo delle banche
Fuori dalla nota ufficiale del Mef restano però alcune delle questioni di cui più si è parlato nelle scorse settimane a proposito della manovra. La principale riguarda senz’altro la possibilità di un prelievo dalle banche e forse anche dalle assicurazioni. Per quanto riguarda gli istituti di credito, le ultime indiscrezioni parlano di un possibile contributo di 4,5 miliardi, ma la trattativa non è ancora conclusa.
Confermato il taglio Irpef
Per quanto riguarda gli interventi relativi al lavoro, è confermato l’abbassamento della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% per gli imponibili tra 28 e 50mila euro, che si tradurrebbero in 440 euro all’anno di risparmi. Per finanziare questa figura occorrono però 2,8 miliardi di euro. A pesare, soprattutto vista la dimensione ridotta della manovra, potrebbe essere anche la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali voluta dalla Lega. Fonti di governo hanno fatto sapere che in manovra ci sarà una pace fiscale per tutto il 2023, ma il tema non è menzionato nella nota ufficiale del Mef.
Le misure per le aziende e le critiche di Confindustria
Tra le voci più critiche della legge di bilancio si segnala Confindustria, che nei giorni scorsi ha chiesto più risorse per le aziende. «La ricchezza del Paese non la fai con l’Irpef e le pensioni, ma generando lavoro e rendendo il Paese competitivo, quindi mi auguro che siano al centro gli investimenti per l’industria», ha avvertito Orsini nei giorni scorsi. Su questo fronte, il governo si è impegnato a favorire «gli investimenti in beni materiali attraverso la maggiorazione del costo di acquisizione valido ai fini del loro ammortamento, per un valore complessivo di 4 miliardi di euro». Si tratta, di fatto, di un ritorno del cosiddetto «superammortamento».
Foto copertina: ANSA/Riccardo Antimiani | Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti alla Camera dei Deputati