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In Italia le prime auto a guida autonoma della Ue, l’annuncio di Von der Leyen: «60 sindaci pronti ai test». Una sola città al Sud

16 Ottobre 2025 - 13:35 Davide Aldrigo
ursula von der leyen commissione europea clima
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L'apertura europea alle manovre «hands-off» segue l'aggiornamento normativo dell'Unece. Per la presidente della Commissione Ue è cruciale che l'Europa lavori su questa tecnologia, anche per salvare l'industria dell'auto

L’Italia è capofila sulle auto a guida autonoma. A dirlo è la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che al Patto dei sindaci 2025 ha ricordato che «una coalizione di 60 sindaci italiani ha già manifestato il proprio interesse» per «una rete di città europee dove potranno circolare le prime auto a guida autonoma». Questi centri urbani, tra cui spiccano Milano, Torino e Genova, diventeranno laboratori per sperimentare la guida “senza mani”, un’opzione resa possibile dall’aggiornamento normativo della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (Unece, un organismo Onu) che per la prima volta apre all’uso di sistemi di assistenza avanzata come il Full Self-Driving di Tesla o i software sviluppati da Bmw, Mercedes e Stellantis.

L’apertura a manovre autonome, ma solo su alcune strade

Il nuovo regolamento Unece riconosce formalmente le System-Initiated Maneuvers, le manovre che il veicolo può compiere in autonomia – come un cambio di corsia o una frenata d’emergenza – senza intervento diretto del conducente. Questa è la direzione su cui si lavorerà prossimamente, sapendo che si tratta però di una transizione parziale: il conducente dovrà comunque mantenere l’attenzione e poter riprendere il controllo in ogni momento. Le funzioni «hands-off», cioè senza le mani dal volante, saranno consentite solo su tratti autostradali o superstradali dotati di infrastrutture digitali adeguate, mentre restano esclusi, per ora, gli scenari urbani, la partenza autonoma dai parcheggi o i percorsi completamente automatizzati.

L’Italia in prima linea sulle auto a guida autonoma

I Comuni italiani che hanno aderito alla sperimentazione sono quasi tutti nel Nord-Ovest, tra Lombardia e Piemonte. C’è poi Genova e il piccolo comune di Latronico, in provincia di Potenza, unico rappresentante del Mezzogiorno. L’obiettivo di fare dell’Italia un Paese leader in questo tipo di innovazione è esplicito nell’iniziativa Autonomous Driving: Italy in the Front Row, lanciata a Milano dall’europarlamentare Pd Pierfrancesco Maran con l’auspicio di creare un sistema di norme e infrastrutture che renda possibili i test. Secondo il suo promotore, «l’Italia ha le intelligenze e le università, e si sta dotando delle start-up giuste per raccogliere questa sfida. Ora serve che il governo affianchi i Comuni per rendere subito possibile la sperimentazione della guida autonoma nelle città italiane».

I progetti di guida autonoma in Italia

Per togliere le mani dal volante, i sindaci italiani chiedono dunque un quadro normativo chiaro, ma anche una rete stradale connessa, una copertura 5G continua e dei software interoperabili, che rendano possibile una resa uniforme della sperimentazione. Secondo le stime, nel nostro Paese esistono già almeno 500 chilometri di strade attrezzate con sistemi digitali compatibili con la guida autonoma, grazie anche ai fondi del Pnrr e al programma europeo 5G Corridor. A Torino, per esempio, è già operativa una navetta autonoma «a chiamata» che collega il campus universitario con cinque fermate lungo un percorso urbano di tre chilometri. Altre città, come Genova e Varese, stanno predisponendo tratti di strada attrezzati per test in sicurezza. Tutti questi progetti potrebbero confluire nella rete europea promossa da Bruxelles.

L’interesse europeo per le auto guida autonoma

Già alla Tech Week di Torino, lo scorso 3 ottobre, Ursula von der Leyen aveva manifestato l’urgenza europea di dotarsi di questa tecnologia: «Le auto a guida autonoma sono già una realtà negli Stati Uniti e in Cina. Dovrebbe essere la stessa cosa in Europa». Secondo von der Leyen, la diffusione di auto a guida autonoma avrebbe diversi vantaggi, come la riduzione del traffico, l’aumento della sicurezza stradale e il collegamento dei quartieri periferici. La presidente della Commissione Ue non nasconde poi la speranza che gli investimenti in questo tipo di innovazione possano rilanciare il comparto produttivo dell’auto, che attraversa una profonda crisi. «L’industria automobilistica è uno dei fiori all’occhiello dell’Europa e la tecnologia può salvare posti di lavoro e infondere nuova vita nel settore».

Foto copertina: EPA/OLIVIER HOSLET| Ursula von der Leyen a Brussels, Belgio, 16 ottobre 2025

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