Garlasco, il racconto di Savu: «Chiara Poggi sapeva troppo sul santuario della Bozzola»


Un racconto «sconvolgente», capace di «ribaltare ogni convinzione iniziale». Così – come riporta Il Giorno – l’avvocato Roberto Grittini ha descritto le due ore trascorse nel carcere di Torre del Gallo, a Pavia, con il suo assistito Flavius Alexa Savu, il cittadino romeno da poco estradato dalla Svizzera e già condannato nel 2018 per una vicenda di estorsione a sfondo sessuale. Savu, 39 anni, è tornato in Italia giovedì 16 ottobre, con un volo atterrato a Malpensa, ed è stato subito portato nel penitenziario pavese. Durante il primo colloquio con il suo legale, ha fornito — secondo quanto riferisce l’avvocato — un racconto dettagliato e lineare, incentrato sull’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, e sul santuario della Madonna della Bozzola, luogo già finito in altre indagini. «Ha fissato dei punti fermi. – spiega Grittini al Giorno – L’ho ascoltato a lungo, anche con qualche domanda trabocchetto. Ma il suo racconto è rimasto coerente. Mi ha lasciato un’impressione molto forte. È pronto a parlare con la magistratura e a raccontare tutto quello che sa».
La pista “estera” e il mistero della Bozzola
Secondo il legale, le dichiarazioni di Savu potrebbero aprire nuovi scenari. L’ipotesi di un omicidio maturato a Garlasco ma con proiezioni esterne non è nuova. Già l’avvocato Massimo Lovati, allora difensore di Andrea Sempio, aveva accennato alla possibilità di un «sicario venuto da fuori» per eliminare Chiara Poggi, che avrebbe scoperto segreti legati al santuario mariano della Bozzola. Proprio quel luogo torna oggi al centro dei racconti di Savu. Già mesi fa, durante la latitanza, aveva rilasciato un’intervista televisiva in cui sosteneva che Chiara avesse scoperto un giro di scandali sessuali legati al santuario e che quella conoscenza potesse averne decretato la morte.
Il manoscrittoe i precedenti giudiziari
A dare nuovo peso alla vicenda è anche un manoscritto datato 28 maggio 2025, consegnato ai legali dal nipote di Savu, Cleo Koludra Stefanescu, detenuto a Vigevano per omicidio. Nel testo, senza citare esplicitamente il delitto di Garlasco, si parla di «una ragazza che aveva raccontato di un grosso giro di pedofilia e di prostituzione intorno al santuario della Bozzola, gestito da un custode». Stefanescu, che ha condiviso la cella con lo zio, avrebbe più volte accennato a un «segreto indicibile» conosciuto da Savu. Gli inquirenti hanno deciso di verificare la credibilità di queste dichiarazioni.
La condanna si Savu per estorsione ai danni del rettore del santuario
Flavius Savu nel 2018 ha ricevuto una condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione per estorsione a luci rosse ai danni di don Gregorio Vitali, allora rettore del santuario della Bozzola. Nella stessa vicenda il connazionale Florin Tanasie ricevette una condanna di un anno e otto mesi. Savu deve ancora scontare quattro anni e otto mesi di pena residua.
La possibilità che Savu venga ascoltato dalla procura
La Procura di Pavia sta valutando l’opportunità di sentire formalmente Savu per verificare la fondatezza delle sue dichiarazioni. Finora, la pista “estera” è stata giudicata dagli investigatori come suggestiva, ma priva di riscontri. Tuttavia, la coerenza del racconto e i nuovi documenti consegnati potrebbero indurre gli inquirenti a rivalutare alcuni elementi. «È pronto a collaborare -, ribadisce l’avvocato Grittini – Dice di sapere molto più di quanto sia mai stato raccontato».