Tre arresti per l’assalto al bus dei tifosi del Pistoia Basket, la chat e la spedizione punitiva in cui è morto l’autista: chi sono gli ultras finiti in carcere


Tre persone sono state fermate per l’assalto al bus dei tifosi del Pistoia Basket avvenuto ieri sera a Rieti, nel corso del quale è morto uno dei due autisti, Raffaele Marianella, 65 anni. L’accusa è di omicidio volontario in concorso. Un quarto ultras risulta indagato, ma in stato di libertà, con l’ipotesi di reato di favoreggiamento. Secondo quanto riferisce Ansa, almeno due dei fermati avrebbero legami con movimenti di estrema destra. La procura di Rieti ha disposto l’analisi del Dna sul sasso che ha causato la morte dell’autista, con l’obiettivo di identificare chi lo abbia lanciato. Dai primi esami esterni sul corpo di Marianella, emerge che l’uomo sarebbe deceduto sul colpo a causa di un trauma facciale provocato dall’impatto diretto del sasso.
Le indagini
Nell’ambito delle indagini, nella notte la Digos ha portato in questura dodici persone, tra cui un minorenne. «Sono stati ascoltati diversi testimoni», ha dichiarato il procuratore capo della procura di Rieti. Parallelamente, gli investigatori stanno cercando immagini della notte dell’aggressione e approfondendo la vita dei tifosi coinvolti, membri della «Curva Terminillo» e già noti alle forze dell’ordine per altri episodi di tensione durante partite di basket al PalaSojourner. L’attenzione delle autorità si concentra anche su alcune conversazioni WhatsApp. In una chat, infatti, sarebbe stata menzionata una missione punitiva pianificata da almeno tre tifosi della Sebastiani Basket Rieti, sospettati di aver preso parte all’aggressione. Le loro posizioni sono ora al vaglio del pm Lorenzo Francia e degli investigatori della Squadra Mobile e della Digos di Rieti.
Chi sono gli ultras
Si chiamano Manuel Fortuna e Kevin Pellecchia, entrambi di 20 anni (e non 31 come emerso in un primo momento), e Alessandro Barberini, di 53 anni, i tre ultras fermati. La questura di Rieti fa sapere che nei loro confronti sono emersi gravi indizi di colpevolezza nel corso delle indagini che sono andate avanti tutta la notte. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, il personale che era di scorta al pullman aveva «notato alcune persone travisate allontanarsi velocemente, utilizzando le auto parcheggiate sotto il cavalcavia». E una di queste persone è stata «prontamente bloccata dagli agenti», mentre gli altri sono stati portati in questura per ulteriori accertamenti.
Sui profili social immagini di Mussolini e video neofascisti
Nei profili social di due dei tre arrestati – Barberini e Fortuna – sono presenti immagini di Mussolini e iconografie legate al mondo del fascismo, video e brani musicali di gruppo riconducibili alla galassia dell’ultradestra. Sulle pagine Facebook, inoltre, uno dei fermati ha rilanciato post che riprendono appuntamenti di Casapound e un post che celebra la morte di Ettore Muti, uno dei capi del fascismo in provincia di Ravenna e seguace di D’Annunzio nell’impresa di Fiume
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