Flotilla, la procura di Roma indaga per sequestro di persona: le denunce dei 36 attivisti contro Israele


La Procura di Roma ha deciso di aprire un fascicolo, per ora contro ignoti, per i reati di sequestro di persona e danneggiamento con pericolo di naufragio, nel merito delle indagini sulla missione della Global sumud flotilla. La procura aveva ricevuto diversi esposti dal team legale della delegazione italiana che ha preso parte alla spedizione umanitaria, fermata davanti alle acque di Gaza dalla marina israeliana.
L’indagine contro ignoti, saranno ascoltati gli attivisti
Gli inquirenti nelle prossime settimane ascolteranno i 36 attivisti italiani che hanno preso parte alla missione, dopo le denunce contro le autorità israeliane, accusate di umiliazioni e violenze durante il periodo di detenzione nella prigione di Ketziot, nel sud del Paese. Tra gli esposti contro Israele presentati di chi era imbarcato, sono anche ipotizzati i reati di tentato omicidio e tortura. Oltre a questo gli inquirenti vogliono ricostruire quanto accaduto durante la navigazione, gli attacchi con droni e stordenti, l’abbordaggio della marina israeliana in acque internazionali.
Gli esposti
Il fascicolo aperto in procura, secondo quanto riporta Il Manifesto, conterrebbe due esposti. Uno fatto dai legali della Flotilla a nome di tutti i partecipanti, e un altro presentato autonomamente dall’attivista pugliese Tony La Piccirella, che ha denunciato di aver visto e subito torture nel centro detentivo di Ketziot. L’attivista ha parlato anche di scaglie di ferro nascoste nel cibo. Contro il governo israeliano si era mossa anche la sua regione di provenienza, con il presidente Michele Emiliano che ha annunciato di voler denunciare il governo di Benjamin Netanyahu. Altri dettagli sulla detenzione sarebbero in arrivo con le memorie scritte degli attivisti coinvolti, rappresentati nel primo esposto.
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Gli attacchi con i droni e l’abbordaggio
Nelle mani della procura romana ci sarebbero per ora i racconti relativi alla navigazione e alle fasi dell’abbordaggio in acque internazionali davanti alla Striscia di Gaza da parte delle autorità israeliane. Prima, diverse interferenze e attacchi con droni. Per questi episodi, risalenti al 24 e 25 settembre, gli avvocati hanno ipotizzato i reati di tentato omicidio e naufragio. Le denunce parlerebbero poi di sequestro di persona e pirateria riguardo all’intervento delle navi militari israeliane. Questo filone dell’indagine riguarda tutti gli episodi avvenuti a bordo delle barche, quindi eventualmente processabili secondo il diritto del mare.
Lo sbarco e la detenzione
Il prossimo passo dei pm sarà ascoltare gli attivisti, e raccogliere le testimonianze sui giorni di detenzione che per ora sarebbero stati descritti formalmente solo da La Piccirella. Le violenze e le umiliazioni denunciate da diversi attivisti e giornalisti italiani, che si trovavano sulla Flotilla, sono avvenuti su suolo israeliano e per questo sarebbe stato affidato alla sezione della procura che coordina gli affari giudiziari internazionali.