Affitti brevi, Salvini non molla: «Una tassa sciocca, va cancellata»


«Ma che disperazione nasce da una distrazione», cantava Lucio Battisti in Eppur mi son scordato di te. Ma qui stavolta il governo Meloni si è dimenticato di raddrizzare, nuovamente, la norma sugli affitti brevi che prevede di alzare dal 21 per cento al 26 per cento l’imposta sui redditi da locazioni brevi. Ieri l’extratassa era sparita in manovra, con però l’inganno: l’aumento spetterebbe in manovra solo a chi usa intermediari (agenzie) o piattaforme on line (come Booking e Airbnb) per affittare l’appartamento. In pratica la quasi totalità di chi mette in rendita una casa per brevi periodi. Così ora, davanti all’ennesimo trucchetto, in maggioranza c’è chi sta perdendo la pazienza. Come il vicepremier, ministro dei trasporti, nonché leader leghista Matteo Salvini. «Una tassa sciocca – ha dichiarato – con un gettito minimo che lede l’iniziativa privata e la proprietà privata che inavvertita è entrata in manovra perché non ne abbiamo parlato». Intervistato da Mario Sechi a un evento organizzato dal quotidiano Libero, a Roma ha aggiunto: «Quindi il destino è di venire cancellata tramite il voto parlamentare che è sovrano», ribadendo che «è stata una distrazione aumentare le tasse, perché mi sembra un’iniziativa poco utile». Sulla stessa linea Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, che ha annunciato ieri emendamenti che scongiurino l’applicazione di quella aliquota.
«Devo parlare con Giorgetti»
«Devo parlare con Giorgetti c’è qualcosa da fasare sulla legge di Bilancio, bisogna accompagnarla nel corso del consolidamento», ha inoltre detto Salvini. «Un Piano Casa serio ha bisogno di finanziamenti seri quindi patti chiari amicizia lunga – ha aggiunto -. Io un Piano casa senza soldi non sono abbastanza bravo da farlo». Ma davvero si può metter mano alla manovra ora in arrivo in Senato?
Difficile cambiare. Cosa dice il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani
«Il Parlamento farà il suo mestiere», ma «il grosso è chiuso». Lo ha sottolineato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla manovra a margine di una conferenza stampa. Anche se Lega e Forza Italia insistono. «La dinamica politica non mi spaventa, è naturale, ogni partito deve cercare di rivendicare le proprie posizioni ma l’impostazione della finanziaria è già chiusa. Poi in Parlamento discuteremo dei dettagli, ma sul grosso il tema è già chiuso». Insomma, spiega ancora Ciriani, «non si può mettere in discussione né l’impianto, il quadro generale, né la filosofia della finanziaria nei saldi finali».