La Gdf salverà solo a pagamento chi si mette nei guai in mare. Stretta di Giorgetti sui congedi per la legge 104 e sui congedi parentali

Dall’anno prossimo le barche della Guardia di Finanza faranno pagare il salvataggio in mare (che non sarà mai in discussione) a chi ha provocato maldestramente il naufragio per un errore di manovra o per chi, comunque, si è messo nei guai in mare per propria responsabilità. La norma è inserita nell’articolo 129 della legge di Bilancio, anche se la sua finalità non è illustrata nel dettaglio nella relazione illustrativa alla manovra. È possibile che nel mirino sia anche chi organizza la tratta dei migranti lanciando il classico sos una volta che si è vicini alle acque territoriali italiani. Ma la regola varrà anche per altri casi di privati che hanno effettuato manovre azzardate o che erano distratti alla guida dei natanti. La nuova regola infatti, confermando il dovere della Finanza di effettuare il salvataggio secondo le leggi esistenti, stabilisce che «sia dovuta la corresponsione di un corrispettivo a carico di colui che ha determinato l’evento per il quale è stato effettuato l’intervento qualora l’evento sia imputabile a dolo o colpa grave dell’agente. Si prevede, inoltre, che il medesimo corrispettivo sia dovuto anche in caso di richiesta di intervento immotivata o ingiustificata. Il comma 12 prevede che, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, siano stabiliti i corrispettivi dovuti ai sensi del comma 11, determinati, in relazione alle diverse voci di costo, su base oraria oppure forfettaria per alcune voci di costo, nonché le necessarie disposizioni attuative e applicative. Infine, si prevede l’aggiornamento annuale delle tariffe sulla base degli indici ISTAT rilevati al 31 dicembre dell’anno precedente».

La stretta sui furbetti del congedo parentale e della legge 104
Nello stesso articolo della manovra il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, fa presagire una stretta verso l’utilizzo “furbetto” dei congedi previsti dalla legge 104 per assistere un familiare malato o non autosufficiente e analoga misura nei confronti dei “furbetti” dei congedi parentali previsti dalla legge. All’Inps è richiesto infatti di accertare dal prossimo mese di gennaio «su richiesta del datore di lavoro, la permanenza dei requisiti sanitari per i quali sono riconosciuti i permessi di cui alla legge n. 104 del 1992». Per le pubbliche amministrazioni ci sarà anche l’obbligo di «inserire nel flusso mensile di trasmissione dei dati retributivi e contributivi dei dipendenti (…) le informazioni relative ai permessi di cui all’articolo 33 della legge n. 104 del 1992 fruiti dai lavoratori per assistere familiari disabili in situazione di gravità, e dei congedi straordinari del decreto legislativo n. 151 del 2001, e congedi parentali (…) spettanti ai lavoratori iscritti in gestione separata in presenza di determinate condizioni. In particolare, dall’entrata in vigore della legge i datori di lavoro pubblici dovranno comunicare obbligatoriamente, nel flusso già in uso, l’informazione ulteriore del dante causa, ossia la persona con disabilità grave o del bambino che si assiste. Tale adempimento è necessario per permettere il controllo del limite massimo complessivo di utilizzo e di spesa per i permessi di cui alla legge n. 104 del 1992, i congedi parentali nonché per verificare che non si eludano previsioni che vietano la contemporanea fruizione nello stesso periodo da parte di entrambi i familiari, della medesima prestazione (ad esempio, il congedo straordinario per lo stesso disabile)».
Per farsi pagare la parcella dalla Pa i professionisti dovranno dimostrare di avere pagato le tasse
Fra le strette di Giorgetti anche quella per tutti i professionisti che lavorano con la pubblica amministrazione, per cui oggi sarà necessario dimostrare di avere pagato tutte le tasse e i contributi dovuti prima di farsi pagare la parcella per la prestazione. La manovra introduce infatti al comma 10 dell’articolo 129 «una condizione di regolarità fiscale e contributiva quale presupposto necessario per il pagamento dei compensi ai liberi professionisti che rendono prestazioni in favore delle amministrazioni pubbliche. A tal fine, il professionista è tenuto a produrre la documentazione comprovante la regolarità fiscale e contributiva contestualmente alla presentazione della fattura per le prestazioni rese».
