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Taglio Irpef: quasi la metà degli sconti finisce a chi guadagna più di 50 mila euro

24 Ottobre 2025 - 05:48 Alessandro D’Amato
taglio irpef governo 2026 a chi va
taglio irpef governo 2026 a chi va
Meno di tre milioni di italiani porteranno a casa 440 euro a testa. Mentre il meccanismo che cancellerà i nuovi sconti quando il reddito supera i 200 mila euro lordi l'anno avrà un risparmio totale di 12,6 milioni all'anno. Ovvero lo 0,43%

Ammonta a poco meno di 3 miliardi di euro il taglio dell’Irpef che il governo Meloni ha inserito nella Legge di Bilancio. E poco meno della metà della cifra, ovvero un miliardo e 270 milioni, finirà in tasca a chi guadagna di più. Il 42,9% degli sconti finirà quindi ai redditi sopra i 50 mila euro. Ovvero 2,88 milioni di italiani (che prenderanno 440 euro a testa in un anno) su 42 milioni di contribuenti Irpef. E c’è un altro dato. I 2,96 miliardi all’anno resi disponibili dalla manovra riducono appena dell’1,26% il gettito Irpef annuale. Nel 2024 è arrivato a 235,6 miliardi di euro. Un po’ poco per una finanziaria mentre si avvicinano le elezioni.

Il taglio Irpef

A parlare dei redditi più favoriti dal taglio Irpef del governo Meloni è Il Sole 24 Ore. Che fa notare anche che il meccanismo che cancellerà i nuovi sconti quando il reddito supera i 200 mila euro lordi l’anno avrà un risparmio totale di 12,6 milioni all’anno. Ovvero lo 0,43% dei 2,96 miliardi di minori entrate che saranno determinate ogni anno dalla nuova architettura delle aliquote. E la norma, aggiunge il quotidiano di Confindustria, esclude chi non ha costi da detrarre in dichiarazione. Ma servirà, sembrano davvero solo queste le intenzioni a evitare polemiche sui regali ai ricchi. Il taglio dell’Irpef si concentra sui contribuenti tra i 28 e i 50 mila euro lordi l’anno: ovvero 10 milioni. E arriva a interessare quasi 13,6 milioni di persone.

Due miliardi

Per allargare l’aliquota del 33% fino a 60 mila euro, come chiede Forza Italia, ci vogliono altri due miliardi. A 50 mila euro di reddito lo sconto effettivo generato dal taglio di aliquota ridurrà del 3,1% l’Irpef lorda. In attesa quindi di detrazioni e deduzioni. A 70 mila euro l’impatto è dell’1,9%, poi scende ulteriormente (1,4%) per chi ne guadagna 90 mila e a 110 mila arriva allo zero virgola. Sopra la soglia dei 40 mila euro il fiscal drag si è mangiato tutti gli aumenti. Dopo che l’inflazione del 2021-23 ha gonfiato le imposte insieme ai redditi nominali, in crescita a differenza di quelli reali.

Gli scaglioni

Secondo lo schema a cui sta lavorando l’esecutivo sia per dipendenti che per pensionati e autonomi i risparmi vedranno esclusi i contribuenti che dichiarano da 20 a 28 mila euro. Poi cominciano le riduzioni, che valgono la stessa cifra per le tre categorie:

  • chi guadagna 30 mila euro l’anno avrà una riduzione dell’Irpef pari a 40 euro;
  • chi guadagna 35 mila euro l’anno avrà una riduzione dell’Irpef pari a 140 euro;
  • chi guadagna 40 mila euro l’anno avrà una riduzione dell’Irpef pari a 240 euro;
  • chi guadagna 45 mila euro l’anno avrà una riduzione dell’Irpef pari a 340 euro;
  • chi guadagna 50 mila euro l’anno avrà una riduzione dell’Irpef pari a 440 euro;
  • chi guadagna 55 mila euro l’anno avrà una riduzione dell’Irpef pari a 940 euro;
  • chi guadagna 60 mila euro l’anno avrà una riduzione dell’Irpef pari a 1440 euro;

Da questa soglia in su le riduzioni sono identiche per tutte e tre le categorie.

La flat tax

Per i redditi del primo scaglione che si ferma a 28 mila euro annui il nuovo sostegno ha preso invece la strada della tassa piatta del 5% sugli aumenti dei contratti nazionali firmati fra 2025 e 2026. Nello scambio fra Irpef ordinaria e imposta sostitutiva, la tassa piatta dei contratti fa risparmiare 474,9 milioni di euro a 3,33 milioni di lavoratori secondo i calcoli condotti dal ministero dell’Economia nella relazione tecnica. Con un beneficio medio che di conseguenza si attesta a 142,6 euro a testa.

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