Roma, l’estorsione dei superboss: l’ex della Banda della Magliana, il Nar, il nemico di Diabolik. Rubati due milioni a un consulente hi-tech

Un affare milionario concluso con minacce, botte e ricatti. È la trama dell’indagine che ha portato i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, al fermo di due uomini accusati di aver tentato di estorcere due milioni di euro a un consulente di un’azienda di import-export di prodotti tecnologici. I due fermati sono Alessandro Capriotti, 49 anni, detto “er Miliardero”, considerato vicino agli ambienti della criminalità romana e già sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, e Lorenzo Marinucci, anche lui pregiudicato. Entrambi sono gravemente indiziati di estorsione aggravata.
Dall’affare al ricatto
Tutto è iniziato alla fine dello scorso anno. Il consulente, vittima della vicenda, aveva avviato una collaborazione commerciale con Marinucci per la vendita di materiale informatico per un valore di 9 milioni di euro. L’affare sembrava solido, ma la società acquirente si è rivelata insolvente. Quando l’imprenditore si stava preparando ad avviare un’azione legale per recuperare i crediti, Marinucci lo ha dissuaso con minacce e pressioni, fino a portarlo davanti a Capriotti, esponente di spicco del sottobosco criminale capitolino. Da quel momento è iniziato l’incubo, fatto di minacce, aggressioni e la richiesta di versare 2 milioni di euro per «chiudere la questione». La vittima, spaventata ma decisa a non cedere, si è così rivolta alle autorità.
L’indagine e il blitz dei Carabinieri
I Carabinieri, dopo settimane di indagini e controlli, hanno raccolto prove ritenute sufficienti per procedere al fermo di indiziato di delitto. I due vengono trovati durante un incontro in una clinica privata romana, dove erano in compagnia di Salvatore Nicitra, ex boss della Banda della Magliana, oggi sorvegliato speciale, e di Riccardo Brugia, ex militante dei Nar e figura storica della destra eversiva, attualmente in libertà vigilata. L’operazione scatta all’interno della struttura sanitaria. Durante il blitz, Brugia viene trovato con un revolver con matricola abrasa e arrestato per detenzione illegale di arma clandestina. Nicitra, invece, viene fermato per violazione delle prescrizioni della sua misura di prevenzione.
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I beni sequestrati: dai diamanti al busto in marmo
Le perquisizioni domiciliari completano il quadro. Nelle abitazioni dei fermati i militari hanno trovato 33 mila euro in contanti, gioielli con diamanti, un orologio da 250 mila euro, 18 quadri, due vasi monumentali di probabile porcellana cinese, un capitello e un busto in marmo. Le opere d’arte sono state sequestrate: il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale dovrà stabilirne valore e provenienza. Capriotti e Marinucci si trovano ora a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le indagini della Dda proseguono per chiarire eventuali collegamenti con altri ambienti criminali. Nel comunicato ufficiale, l’Arma dei Carabinieri ha ricordato che gli indagati devono essere considerati innocenti fino a sentenza definitiva.

