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Beatrice Bellucci uccisa, è caccia a due auto scappate. I video e le tariffe sulle gare clandestine a Roma. Parla il padre del 22enne indagato ora in coma

26 Ottobre 2025 - 07:22 Giovanni Ruggiero
Beatrice Belucci
Beatrice Belucci
«Era evidente che si inseguivano» racconta un testimone che ha assistito all'impatto in cui è morta la 20enne Beatrice «Bibbi» Bellucci. Sotto indagine le immagini delle telecamere ai semafori e i profili social

Si cercano due auto, viste scappare dopo l’impatto su via Cristoforo Colombo a Roma in cui ha perso la vita Beatrice Bellucci, 20 anni. L’incidente devastante di venerdì sera, poco dopo le 22, ha coinvolto anche la sua amica alla guida della Mini Cooper e due ragazzi a bordo di una Bmw Serie 1. L’ipotesi degli investigatori è che fosse in corso una corsa clandestina, anche se l’ora non sembra convincere del tutto.

Il racconto del testimone

Le indagini condotte dai vigili urbani del Gruppo Mare partono da un buon punto: le testimonianze. Diverse persone hanno assistito all’impatto e i racconti, concordanti, descrivono una scena precisa. «Io c’ero – ha raccontato agli investigatori un giovane motociclista, citato da Repubblica – e se non mi fossi fermato al semaforo forse sarei rimasto coinvolto pure io. Due macchine, quella che poi ha cappottato sullo spartitraffico e un’altra, mi sembrava fosse una Bmw grigio scura o nera, mi sono sfrecciate accanto, una a destra e una a sinistra, come fulmini. Andavano almeno a 150 all’ora. La Mini Cooper si è ritrovata in mezzo. Era evidente che si inseguivano. E infatti la macchina scura è volata via senza fermarsi».

Le telecamere sulla strada e il 22enne indagato

Gli agenti stanno acquisendo tutte le immagini delle telecamere che nel tempo sono state collocate sulla Colombo, comprese quelle dotate di T-red ai semafori. Non dubitano di trovare in quelle immagini la risposta definitiva. Secondo una prima ricostruzione, la gara sarebbe iniziata almeno dall’obelisco dell’Eur: cinque chilometri su uno dei circuiti più battuti delle corse clandestine della Capitale.

È stato sequestrato anche il cellulare del 22enne alla guida della Bmw, Luca Girimonte, di Anzio, al momento unico indagato per omicidio stradale. Secondo l’altro passeggero, il telefono era impostato su YouTube e collegato all’auto per sentire musica. Sono stati svolti anche gli esami tossicologici per capire se i due ventenni avessero assunto alcol o droghe.

Gli investigatori sperano di trovare tracce utili anche dall’analisi dei profili social: le corse clandestine vengono spesso documentate con dirette TikTok seguite da decine di migliaia di spettatori e video condivisi il giorno dopo. Una scommessa lanciata sui social? Una sfida su TikTok o sui gruppi chiusi di Telegram? Tutto fa propendere per l’ipotesi delle corse clandestine.

Il listino delle scommesse e la mappa dei circuiti clandestini

Il giro di denaro su una singola gara, ricorda Alesandro Ziniti su repubblica, varia da 100 fino a 5.000 euro in una sera, dipende dal rischio: velocità oltre i 200 km/h, sorpassi ciechi in strade con linea continua, numero delle auto partecipanti. C’è una sorta di listino delle scommesse che gli investigatori stanno ricostruendo, con quote su chi punta sui contendenti.

È una mappa purtroppo nota quella dei circuiti sui quali nella notte giovani e giovanissimi mettono in palio le loro vite: da Centocelle a Ostia, dall’Anagnina alla Romanina, sulla via del Mare e sul raccordo anulare. Ma anche nel cuore di Roma, con circuiti sul lungotevere e a Ponte Milvio. Un fenomeno che, nonostante le denunce dei comitati di residenti e gli interventi delle forze dell’ordine, nessuno sembra in grado di fermare. In una città che, dall’inizio dell’anno, ha già contato più di 22mila incidenti stradali e 94 vittime.

La versione del padre dell’indagato

Giuseppe Girimonte, padre di Luca, parla al Messaggero, diviso tra preoccupazione e rabbia. «Mi ha detto che è lui ad essere stato tamponato – racconta – Viaggiava sulla Colombo in direzione del centro, quando ha sentito un botto, e l’auto andare fuori controllo. Poi ha aggiunto che non si ricordava più di niente. Anche il suo amico sostiene la stessa cosa. Potrebbe essere stata la Mini, o un’altra auto. Questo nessuno, e sottolineo nessuno, lo sa con certezza. Potranno saperlo solo gli investigatori».

Sul figlio, il padre si dice sicuro: «Luca ci tiene alla macchina e non si sogna di commettere certe bravate. È un ragazzo senza grilli per la testa». Il giovane, impiegato come elettricista in un’impresa che si occupa della manutenzione dei binari ferroviari, è ricoverato con fratture allo sterno e alle costole ed è stato intubato in coma farmacologico. «Sul fatto che Luca fosse sobrio mentre guidava mi sento di mettere la mano sul fuoco», aggiunge il padre, che annuncia: «Attenderò la conclusione delle indagini, la visione di tutte le telecamere utili a ricostruire i fatti. E se le cose stanno come penso, denuncerò tutti quelli che hanno già indicato come colpevole il mio Luca». Nei prossimi giorni sarà ascoltata anche l’amica di Beatrice, ancora ricoverata in gravi condizioni al San Camillo, ma non in pericolo di vita.