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«Meglio non fare il medico, lo Stato ci ha tradito», lo sfogo del prof oculista Paolo Nucci ai giovani dottori

29 Ottobre 2025 - 14:50 Ugo Milano
Paolo Nucci oculista
Paolo Nucci oculista
In un'intervista al Corriere Torino il famoso oculista parla del sistema sanitario: «Privato del cuore che è la cura. Le cause legali dei pazienti possono durare decenni»

Paolo Nucci, oculista di fama e professore dell’università di Milano, accusa lo Stato di aver reso i medici «potenti nemici» e la medicina «una professione difensiva». Lo dice in un’intervista al Corriere Torino, in occasione della presentazione al Circolo dei lettori del suo libro sugli ostacoli al lavoro dei medici. «Perché (non) fare il medico rappresenta più un campanello d’allarme che un consiglio vero e proprio. Un alert perché, chi si appresta a iscriversi a medicina, sia ben informato rispetto a quello che è la nostra professione oggi». Eppure, dice, «a tradirmi non è stata la professione; piuttosto direi: lo Stato».

Il peso delle cause legali sul lavoro dei medici

«La prescrizione per cause legali da parte dei pazienti avviene solo dopo dieci anni e basta una semplice lettera di diffida, a un mese da quella scadenza, perché l’orologio della giustizia riparta da zero». Per il medico è uno dei problemi del sistema sanitario: «Ha trasformato la nostra professione in medicina difensiva, privandoci del cuore del servizio pubblico: la cura. In una società sempre più disgregata e arrabbiata come quella attuale, e con un sistema sanitario collassato su se stesso, i cittadini vivono i medici come nemici di potere, piuttosto che come un sostegno alla loro vita», denuncia il professore. «Non voglio che i giovani rinuncino al sogno di diventare medici. Voglio solo che si affaccino in corsia sapendo che cosa li aspetta».

Chi sceglie di fare il medico per i soldi

«Gli studenti di medicina di oggi sono spinti dalla certezza di avere garantito, in un Paese piuttosto avaro rispetto ai salari, “un posto al sole” ben pagato», dice Nucci facendo riferimento a una tendenza riscontrabile ogni giorno nella sanità pubblica. Le difficoltà del sistema sanitario nazionale a coprire, per esempio, i concorsi per la medicina d’urgenza e i posti da medico di famiglia sono note, e succede in parte anche perché chi si specializza preferisce settori con alti margini di profitto. «Gran parte di chi sceglie medicina, è indirizzato a specialità come dermatologia, oculistica e chirurgia plastica», dove si può fare molta libera professione e i rischi dei pronto soccorso sono lontani. Chi inizia il lungo percorso per diventare medico deve stare in guardia, dice Nucci, che vede nella politica il principale responsabile: «Speranza per il Ssn? Sì, a patto che la politica si faccia da parte e restituisca ai medici il compito di gestire e organizzare la sanità».

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