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Garlasco, Giuseppe Sempio e quelle domande sugli assegni: «Perché non posso ritirare 10mila euro in contante?» – Le intercettazioni

30 Ottobre 2025 - 20:17 Filippo di Chio
In un dialogo intercettato con la moglie, Daniela Ferrari, il padre di Andrea Sempio espresse nel 2017 qualche dubbio anche su Mario Venditti: «Non mi piaceva, ma se sta dalla nostra parte…». Le lacune dell’ultimo interrogatorio, pieno di «non so»

Problemi di soldi, o meglio con la banca, perché «per pagamenti oltre i 3mila euro ti fanno fare l’assegno». È questa una delle tracce emerse nei dialoghi tra Giuseppe Sempio e Daniela Ferrari, genitori di Andrea Sempio. Un tassello che – insieme a pizzini, movimenti insoliti di denaro mai giustificati, dialoghi e soliloqui intercettati – ha portato la procura di Brescia a indagare per corruzione il padre dell’unico sospettato nell’indagine bis sul giallo di Garlasco. Il dialogo tra marito e moglie, trasmesso in esclusiva qualche settimana fa dalla trasmissione Ignoto X su La7, sembra proprio fare riferimento a quel presunto giro di soldi e prelievi di contante che avrebbero portato alla corruzione dei magistrati che nel 2017 stavano indagando Andrea Sempio. La cifra complessiva? Si va da stime di «20-30mila», che l’ex procuratore Mario Venditti avrebbe ricevuto personalmente, a un totale di circa 60mila euro.

I dubbi sugli assegni di Giuseppe Sempio

«Sennò dici: in contanti non riesco a ritirarli, prendetevi l’assegno. E bona», è il consiglio di Daniela Ferrari al marito. Lui però sembra perplesso: «Se emetto un assegno da 30, 40, 50mila euro sono miei. Se invece voglio 10-20mila euro, per dire, quello lì no. Perché?». La spiegazione della moglie arriva puntuale: «Perché l’assegno resta. Puoi dire: gli ho fatto un regalo, o cose così. I contanti li puoi far sparire senza…». E poi aggiunge: «La legge dice che per pagamenti superiori ai 3mila euro devi fare gli assegni, non devi pagarli in contanti». Insomma, la tracciabilità dei movimenti monetari sembra stare particolarmente a cuore alla famiglia Sempio.

L’opinione su Venditti: «Non mi piaceva, ma ha fatto domande dalla parte nostra…»

A quel punto Giuseppe Sempio cambia discorso e inizia a parlare di Mario Venditti, che a inizio 2017 era il procuratore aggiunto di Pavia: «Non mi piaceva sto Venditti», dice riferendosi all’interrogatorio cui sono stati sottoposti. La moglie interviene: «Dice che sia un antimafia di quelli bravi». «Sarà un antimafia, però due anni fermo…», si mostra ancora perplesso il padre di Andrea. Che però poi ammette, con un sospiro di sollievo: «Però se ha fatto le domande dalla parte nostra…». Questo spezzone di dialogo è stato connesso al fatto che conoscessero in anticipo alcune delle domande che sarebbero state fatte al figlio Andrea nell’interrogatorio di Venditti del 10 febbraio 2017.

L’interrogatorio poco convincente di Giuseppe Sempio  

Ad aggravare ulteriormente la posizione di Giuseppe Sempio, come fa notare Massimo Pisa su Repubblica, sono anche le sue parole – o lacune della sua memoria – durante l’interrogatorio cui è stato sottoposto lo scorso 26 settembre. Riguardo ai grandi movimenti di denaro, ha spiegato: «Pagavamo in contanti, gli avvocati ogni qual volta c’erano delle novità ci chiamavano e ci dicevano di portare per la volta successiva del denaro, ad esempio due o tremila euro. Noi non eravamo esperti, e dipendevamo da quello che ci dicevano, noi non capivamo nulla». Insomma, erano tutti soldi per i tre legali che in quel momento li assistevano: Massimo Lovati, Federico Soldani e Simone Grassi. E poi una lunga serie di «non so» o «non saprei dire»: sulle risposte conosciute in anticipo, sulle intercettazioni in cui era evidente la loro premura di trovare un modo per non far tracciare i soldi. 

Le prossime mosse della procura: convocati i tre ex legali e la sostituta procuratore

Per le prossime mosse della procura di Brescia bisogna attendere. Mario Venditti, come Giuseppe Sempio, è indagato per corruzione in atti giudiziari. Nei prossimi giorni sono previste le convocazioni in caserma dei tre avvocati di Sempio nel 2017 e dell’ex sostituto procuratore generale Laura Barbaini. Sarebbe stata lei a spedire su carta intestata due documenti mai protocollati a Venditti il 17 e il 23 gennaio 2017, quando era pm dell’appello bis a carico di Alberto Stasi, poi condannato. Su quei documenti ci sarebbero stati suggerimenti e indicazioni sul fascicolo che Venditti stava portando avanti a carico di Sempio e che, due mesi dopo, il gip Fabio Lambertucci avrebbe archiviato. 

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