L’ex pm del caso Meredith: «C’è un nuovo nome che ho segnalato: scappò all’estero dopo il delitto». Cosa ha detto su Sollecito e Knox

A distanza di diciotto anni dall’omicidio di Meredith Kercher una nuova pista getta un’ulteriore ombra su un caso mai davvero risolto. «Una fonte che ritengo affidabile mi ha fatto il nome di un individuo, mai preso in considerazione prima d’ora. Una persona che potrebbe essere implicata nell’omicidio e che scappò all’estero pochi giorni dopo il delitto». A dirlo è Giuliano Mignini, il magistrato che coordinò le indagini sul delitto. In un’intervista a La Stampa, l’ex pm ha lasciato intendere che la novità non sarebbe da sottovalutare: «Ci sono elementi che potrebbero far pensare che questa persona abbia un qualche coinvolgimento nella vicenda. Ho segnalato la cosa alla Procura di Perugia, che si sta occupando della situazione».
«Circostanze fortunate» per alcuni degli imputati
Al momento non risulta che la Procura abbia aperto un nuovo fascicolo, ma il magistrato, senza sbilanciarsi, avverte: «Dico solo che se avessi conosciuti certi particolari all’epoca, avrei sicuramente approfondito. Purtroppo, per anni, chi sapeva non ha parlato per paura». Dopo un lungo iter giudiziario, per l’omicidio della studentessa inglese era stato condannato Rudy Guede, uscito solo di recente. Assolti invece i due fidanzati Amanda Knox e Raffaele Sollecito. «Le circostanze sono state fortunate per loro, osserva Mignini. Sicuramente Knox e Sollecito pensano di aver “stravinto” ma la realtà è ben diversa. Ad esempio, bastava che l’avvocato Biscotti non chiedesse il rito abbreviato per Rudy Guede e la condanna sarebbe stata certa anche per loro».
La posizione di Amanda Knox e Raffaelle Sollecito
Questo, secondo l’ex pm, non fa di loro dei colpevoli, ma non li esclude da ogni responsabilità. «Sono stati assolti con formula dubitativa», prosegue il magistrato, «anche se gli unici presenti sul luogo del delitto erano con certezza conclamata Amanda Knox e quasi certamente Raffaele Sollecito. Il dubbio è su quello che hanno fatto. Hanno partecipato o sono stati solo spettatori? Forse non hanno concorso o comunque non ci sono elementi sufficienti per dirlo. Perciò, dato che fu accertato che Guede non aveva agito da solo, fu condannato per concorso in omicidio con persone non identificate».
«Errori a favore degli imputati, non c’è stata giustizia»
Ormai in pensione, Giuliano Mignini resta convinto che sull’omicidio di Perugia non fu fatta giustizia fino in fondo. «Ci furono errori giudiziari, errori a favore degli imputati», spiega. «È una storia che a distanza di 18 anni non mi va giù: non c’è stata giustizia. Lo dico onestamente, se penso a quella povera ragazza inglese mi pervade un certo rammarico». La conclusione dell’ex pm è amara: «È come se questa decisione ci fosse passata sopra le teste, almeno l’ultima decisione della Cassazione, perché ci sono aspetti che ancora non riesco a comprendere».
