«Hanno distrutto la mia vita, ho tentato il suicidio tre volte». Il racconto dell’uomo che denunciò il trio femminista Fonte – Sabene – Vagnoli

Tutto parte da lui. A.S., giornalista, che ha denunciato le attiviste Valeria Fonte, Benedetta Sabene e Carlotta Vagnoli. «Hanno distrutto la mia vita e quella della mia famiglia, auto eleggendosi giudici. Sono stato giudicato colpevole senza processo, loro avranno il diritto di difendersi», spiega oggi l’uomo a Repubblica. Le tre indagate rischiano il rinvio a giudizio per stalking. «Sarebbe facile parlare – spiega A.S. – ma voglio distinguermi dallo schifo che hanno fatto. Tutto quello che a me non è stato concesso, voglio concederlo a loro». Vagnoli, Fonte e Sabene rischiano il processo per i presunti atti persecutori nei confronti del giornalista A.S. e dell’esperta di social media Serena Mazzini. L’inchiesta è seguita dalla procura di Monza.
Una doppia relazione e la «fine dell’abuser»
All’indomani del polverone sollevato dalle chat del trio con altre attiviste, rivelate da Selvaggia Lucarelli, il quotidiano ricostruisce da dove è partito il tutto. Ovvero dal 15 marzo del 2024 quando il giornalista denuncia. Nell’esposto emerge la storia complicata, una vicenda dai contorni sfumati. Ma con elementi precisi. A.S. sta con una ragazza, nome fittizio per tutela alla privacy “Federica”. Nel mentre ha una breve storia parallela con Sabene. Ma Federica resta incinta così l’uomo tronca “l’altra” storia per stare con la fidanzata ufficiale. Sabene e Federica sono però amiche. A.S. viene scoperto. Federica lo lascia. Ed è lei a far scattare l’allarme tra le femministe in una chat. «Quando l’ho sgamato (per il tradimento, ndr), ha preso un coltello gigantesco e mi ha detto: se fai un passo per andartene io me lo pianto in pancia», scrive la donna in un messaggio. Federica racconta pure della notte in cui A.S. «si è piantonato sotto casa». «La vicenda inizia da una sua richiesta di aiuto — scrive oggi Sabene –. Fu lei a riferirmi di allarmanti comportamenti. Ero terrorizzata per l’incolumità della donna e da lui».
I tentativi di suicidio, l’aborto
Così A.S. diventa un «abuser». Quindi il gruppo inizia a escluderlo dagli eventi pubblici. Non riesce nemmeno ad avere un confronto con una del gruppo, Fonte, che minaccia di allertare la polizia. Lui racconta di aver tentato tre volte il suicidio. In un caso finisce in ospedale a Roma. Federica nel frattempo si è riavvicinata, gli sta vicino. Fonte lo scopre e temendo che la donna sia in pericolo fa una chiamata anonima in questura. Gli agenti piombano nella stanza d’ospedale e se ne vanno, anche perché non ravvisano alcun pericolo. Il 17 febbraio 2024 A.S. cerca d’impiccarsi. Viene salvato all’ultimo. Pochi giorni prima Federica aveva avuto un aborto spontaneo, secondo lui causato dallo stress della situazione. Anche perché la donna, allontanatasi dalle amiche femministe è accusata di aver «legittimato un abuser».
