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Picchiarono una poliziotta trans a San Valentino, chiesto il rinvio a giudizio per tre ultrà del Trento

02 Novembre 2025 - 13:53 Alba Romano
poliziotta trans picchiata rinvio a giudizio
poliziotta trans picchiata rinvio a giudizio
Le lesioni subite quel giorno, spiegano i legali della donna, «sono destinate a durare a lungo». A dicembre l'udienza preliminare

La procura di Trento ha chiesto il rinvio a giudizio per tre ultrà del Trento Calcio, accusati del pestaggio di una poliziotta transgender avvenuto nella notte di San Valentino in un bar vicino allo stadio Briamasco. L’aggressione ha lasciato segni profondi all’agente: ventidue punti di sutura, di cui diciotto alla testa, e una lesione permanente al volto. I pm accusano i tre uomini di lesioni aggravate e del reato di deformazione dell’aspetto mediante lesioni permanenti, previsto per i casi più gravi di violenza fisica e punibile con la reclusione da otto a quattordici anni.

Il pestaggio

A guidare il gruppo, secondo la ricostruzione della Procura, ci sarebbe Leonardo Di Cristina, 36 anni, attualmente ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Gli altri due uomini, di 42 e 34 anni, sono indicati invece come autori materiali dell’aggressione. La poliziotta, fuori servizio quella sera, sarebbe stata colpita al volto con pugni e con uno sgabello, poi presa a calci anche quando era ormai a terra. Gli investigatori contestano anche il reato di violenza privata per aver sottratto alla vittima il telefono, impedendole di chiedere aiuto.

L’aggressione nella notte di San Valentino

L’episodio è avvenuto al bar Lépoque, nelle vicinanze dello stadio, tra il 14 e il 15 febbraio. Poco prima della chiusura, uno degli ultrà avrebbe provocato la poliziotta con una spallata. Dopodiché, sarebbero partite le offese transfobiche. Quando la donna ha chiesto di smettere, la situazione è degenerata in violenza. «Mi dissero: questa lezione te la sei meritata», ha raccontato agli inquirenti. La vittima avrebbe cercato rifugio nel bagno del locale, ma i tre l’avrebbero raggiunta e colpita con uno sgabello. Dimessa dall’ospedale con una prognosi di 30 giorni, la donna — in servizio alla Questura di Verona — sta completando il suo percorso di transizione e, scrive il Corriere del Trentino, continua a seguire cure mediche e psicologiche per le conseguenze dell’aggressione.

A dicembre l’udienza preliminare

Nel corso delle indagini, coordinate dal pm Davide Ognibene e condotte dalla Digos di Trento, sono stat raccolte numerose testimonianze e analizzati i filmati delle telecamere di sicurezza, che avrebbero confermato il racconto della vittima. Sarò Enrico Borrelli, giudice per l’udienza preliminare, a decidere a dicembre se rinviare a processo i tre imputati. Dimessa dall’ospedale con una prognosi di 30 giorni, la poliziotta — in servizio alla Questura di Verona — sta completando il suo percorso di transizione e, scrive il Corriere del Trentino, continua a seguire cure mediche e psicologiche per le conseguenze dell’aggressione. Le ferite di quella notte, spiegano i suoi legali, «sono destinate a restare a lungo».