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Sedici minuti in silenzio. La Serbia si ferma per le vittime del crollo di Novi Sad. In migliaia in piazza contro le politiche di Vucic – Il video

02 Novembre 2025 - 09:45 Ugo Milano
Il disastro ferroviario avvenuto lo scorso anno nella città settentrionale scatenò le proteste dei giovani nel paese. E da allora la frattura non si è mai rimarginata

Decine di migliaia di persone in Serbia hanno commemorato le vittime del disastro ferroviario avvenuto lo scorso anno nella città settentrionale di Novi Sad. Migliaia di persone in tutto il paese sono rimaste ferme in silenzio per 16 minuti. Sedici come le vittime del crollo di una tettoia in cemento nella stazione. Una tragedia che ha scatenato le proteste guidate dai giovani che chiedevano un cambiamento politico. I manifestanti accusano il governo di corruzione e negligenza nei progetti infrastrutturali.

Il braccio di ferro dopo la tragedia di Novi Sad: la richiesta di elezioni anticipate

Il presidente Aleksandar Vucic è stato criticato per le modalità in cui ha represso le proteste. Venerdì ha chiesto scusa per la retorica usata all’epoca dei fatti. Ma la frattura in Serbia rimane. I manifestanti rimangono risoluti e chiedono elezioni anticipate. Non solo, a peggiorare il quadro è anche lo stallo della candidatura della Serbia all’adesione all’Unione Europea, a causa degli stretti legami di Vucic con la Russia e la Cina e le sue modalità controverse nel gestire il diritto di critica e libertà democratica nel paese.

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