L’Ue cede al pressing Usa e rimette mano alle regole sull’AI. Che cos’è il «periodo di grazia» per i colossi del tech

La Commissione europea è pronta a rinunciare ad alcuni pilastri della sua normativa sull’intelligenza artificiale per non scontentare le grandi aziende tecnologiche e gli Stati Uniti di Donald Trump. L’indiscrezione arriva dal Financial Times, che ha visionato in anteprima la bozza di proposta su cui è al lavoro l’esecutivo di Ursula von der Leyen. Il prossimo 19 novembre, sarà presentato il nuovo pacchetto di semplificazione, che dovrebbe contenere anche un’attenuazione delle norme digitali dell’AI Act, la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale, entrata in vigore nei Paesi Ue nel 2024.
La proposta di semplificazione sul digitale
Ufficialmente, la mossa sarà presentata come un tentativo di rendere l’economia europea più competitiva e rispondere alla concorrenza di Usa e Cina. Ma nei fatti, secondo il Financial Times, l’annacquamento delle regole è un diretto risultato del forte pressing esercitato dalla Casa Bianca e dalle Big Tech. Una eventuale proposta per smorzare l’AI Act non sarebbe una sorpresa. Sebbene la legislazione sia entrata in vigore nell’agosto 2024, molte delle sue disposizioni entreranno in vigore solo nei prossimi anni. Nel corso della trattativa sui dazi, inoltre, von der Leyen ha promesso alla controparte americana che si sarebbe impegnata a rivedere le norme che riguardano più da vicino i colossi dei servizi digitali. Un impegno che ha creato qualche malumore all’interno del suo stesso esecutivo, con la sua vice Teresa Ribera che da sempre chiede un approccio più intransigente nei confronti delle Big Tech.
Verso un «periodo di grazia» per le Big Tech
Stando alla bozza di proposta visionata dal Financial Times, la Commissione starebbe valutando la possibilità di concedere alle aziende che violano le norme sull’uso dell’IA ad alto rischio un «periodo di grazia» di un anno. Questa versione del provvedimento è ancora oggetto di discussioni informali all’interno della Commissione europea e potrebbe ancora subire modifiche prima della sua adozione il 19 novembre. Bruxelles, inoltre, suggerisce di rinviare fino ad agosto 2027 l’imposizione di sanzioni per le violazioni delle nuove norme sulla trasparenza dell’IA, al fine di «concedere tempo sufficiente ai fornitori e agli utilizzatori di sistemi di IA per adeguarsi» e adempiere agli obblighi previsti.
La Commissione Ue: «Riflessione in corso»
Interpellata sulla questione, la Commissione europea ha smentito la lettura del Financial Times sulla volontà di “annacquare” l’AI Act, ma ha anche confermato che c’è una «riflessione in corso» sul rinvio di alcune norme. «Sosteniamo pienamente l’AI Act e nessuna pressione proveniente da alcuna fonte potrà influenzarla», ha precisato un portavoce durante il briefing quotidiano con la stampa. «L’obiettivo, come per i precedenti omnibus (i pacchetti di semplificazione delle norme della Commissione Ue, ndr), non è quello di riaprire la legislazione, che è il risultato di un processo democratico, ma ascoltare le preoccupazioni del nostro settore e di ridurre gli oneri amministrativi che gravano sulle nostre aziende, sulle nostre start-up e sulle nostre Pmi», ha aggiunto il portavoce.
Foto copertina: EPA/Olivier Hoslet
