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L’Aquila, l’emergenza migranti scatenata da un video su TikTok

08 Novembre 2025 - 06:24 Alba Romano
migranti aquila prefettura tiktok
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Un influencer spinge profughi dal Pakistan e dall'Afghanistan a recarsi in Abruzzo. E il sistema dell'accoglienza finisce per collassare

Alla prefettura dell’Aquila da qualche tempo c’è sempre la fila al mattino. Molti immigrati sono lì con zaini, buste e giubbotti. Spesso hanno passato la notte sulle panchine lì vicino. Arrivano per chiedere lo status di richiedente asilo. E sono così tanti, racconta Il Messaggero, perché hanno visto dei video su TikTok. Che li ha spinti dal Pakistan e dall’Afghanistan a chiedere asilo in Abruzzo. Un’emergenza cominciata con il passaparola.

L’Aquila su TikTok

Poche settimana fa in 25 si sono accampati davanti al Palazzo del Governo. Arrivavano dai Balcani. Sono arrivati a Trieste. Poi si sono trasferiti all’Aquila come «città idonea ad accoglierli». Ma il sistema dell’accoglienza nel capoluogo abruzzese era già al completo. Sono rimasti in strada. Nel frattempo sono aumentati fino ad arrivare a 44. Poi sono stati tutti trasferiti tra le Marche e la Calabria. In seguito ne sono arrivati altri. Molti dei ragazzi che stazionano sotto la Prefettura raccontano di essersi mossi autonomamente, spinti da informazioni circolate online. Chi vuole aiutare non sa bene cosa fare: qualcuno raccoglie coperte e cibo, qualcun altro pensa di allestire una tenda nel cortile della propria associazione.

L’emergenza migranti

Poi la situazione è diventata insostenibile. Il prefetto Giancarlo Di Vincenzo ha convocato un vertice. Era presente il sindaco Pierluigi Biondi con i suoi assessori competenti sulla questione. «Quanto accaduto, con un nuovo gruppo di 25 migranti assiepato davanti alla Prefettura, rappresenta un’anomalia», dice Biondi. «L’amministrazione è in costante contatto con prefettura e forze dell’ordine e la linea adottata è ferma e condivisa. Non ci sono al momento strutture comunali disponibili a ospitare i migranti e quelle di accoglienza ordinaria risultano al completo. L’Aquila non può diventare il ricettacolo dei flussi di tutto il Paese. L’accoglienza deve basarsi su serietà, verità e coordinamento istituzionale, così come sempre avvenuto nella nostra città».