Christoph Eppinger: l’uomo che ha guadagnato 250 milioni di euro con il petrolio russo e le sanzioni

Christoph Eppinger ha guadagnato 250 milioni di euro in trenta mesi. E già questo dovrebbe conferirgli una certa notorietà. Ma è soprattutto riuscito a farlo più o meno nella legalità. Ovvero commerciando petrolio della russia. Nato ad Amburgo da genitori russi, 31 anni, è un trader che ha fatto fortuna aggirando le sanzioni. E ha raccontato come ha fatto al giornalista del Financial Times Tom Wilson. Che lo ha seguito per mesi per rivelare i meccanismi di scambio dell’oro nero di Mosca.
La fortuna di Christoph
Epipinger ha un tavolo fisso alla Guérite, ristorante su un’isola davanti a Cannes. Ha festeggiato lì il suo 30esimo compleanno con 300 bottiglie di champagne e si è guadagnato persino una targa ricordo. Vive in una casa in collina che si chiama Villa Mirta, come la nonna. Ne ha comprata un’altra accanto per i genitori. Da bambino la nonna guardava spesso Dallas e venerava J.R. Da lì gli è venuta la fissa per il petrolio. Con qualche preoccupazione, visto che continua a chiedere a qualunque esperto se è sicuro che non subirà sanzioni. Come ha fatto la sua fortuna? Dopo l’invasione dell’Ucraina i grandi trader come BP e Shell si sono ritirati dal mercato russo. Altri hanno ridotto drasticamente l’esposizione.
Il petrolio russo e i risk taker
L’Occidente ha optato per il price cap, ovvero il tetto al prezzo. Così da costringere Mosca a esportare ma con guadagni ridotti. Qui sono arrivati i risk taker. «Se ci fosse stato un embargo totale, non avrei toccato la Russia. Sarei stato un criminale», spiega Eppinger. Invece in 30 mesi è riuscito a movimentare 3,3 milioni di tonnellate di greggio, per un valore di due miliardi. Con un guadagno-monstre del 10%. Nel 2022 aveva 27 anni e capitale prossimo allo zero. Si è trasferito a Dubai per aprire una società di intermediazione. E ha cominciato a rifornire la raffineria Uniper (di proprietà tedesca) a Fujairah (Emirati), rimasta quasi a secco.
Il primo e il secondo carico
Dopo il primo carico, regolare, il secondo di bandiera kazaka era apertamente russo. Uniper ha rifiutato il greggio e lui ha dovuto lasciare la nave a largo con un’esposizione di 100 milioni. Alla fine ha prodotto certificati corretti ed è riuscito a venderlo. I suoi avvocati sostengono che abbia sempre rispettato la legge. Petrolio comprato sotto il cap; certificati validi; un sistema di trasbordo a Fujairah tra serbatoi e non più da nave; il blending , mischiando carichi di provenienza diversa. Ed è riuscito a farlo grazie al credito illimitato concesso dai russi. Che hanno sempre accettato di essere pagati alla fine, anche perché altrimenti non avrebbero potuto vendere nulla.
Brasile, Nigeria, Spagna, Cina
Da lì la svolta. Eppinger riesce a vendere in Brasile, Nigeria, Spagna, Cina. Lavorando dall’iPhone. Adesso però ha smesso. A causa dell’inasprimento delle sanzioni. Da febbraio 2025 non importa più petrolio russo. Dice che non si vergogna dell’origine della sua ricchezza, punta ad «aggiungerci uno zero».
