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Studenti lavoratori, competenze digitali e AI. Universitas Mercatorum inaugura l’anno accademico tra imprese e leadership

10 Novembre 2025 - 17:32 Alba Romano
L'ateneo telematico ha inaugurato il suo 20esimo anno accademico, con il conferimento della laurea honoris causa alla stilista e imprenditrice della moda Alberta Ferretti

L’intelligenza artificiale che ridefinisce la didattica, il divario tra le competenze richieste dal mercato e quelle offerte dal sistema accademico, le nuove sfide della comunicazione digitale. Sono questi i grandi temi che oggi attraversano il mondo universitario, tradizionale e telematico, e che sono emersi durante l’inaugurazione dell’anno accademico 2025/2026 di Universitas Mercatorum, l’ateneo telematico delle camere di commercio, parte del gruppo Multiversity. «L’Italia sconta tre ritardi strutturali. Il primo è quello nella diffusione delle competenze universitarie: il numero di laureati sulla popolazione attiva nel nostro Paese è tra i più bassi in Europa. Il secondo riguarda il deficit nelle competenze digitali e tecnologiche, essenziali per la competitività del Paese, soprattutto in un’epoca con 6 miliardi di persone collegate in rete e 35 miliardi di device connessi. Il terzo ritardo è la difficoltà cronica del sistema accademico nel dialogo con il mondo produttivo». Così Fabio Vaccarono, presidente di Universitas Mercatorum e Ceo di Multiversity, traccia a Open il quadro delle innovazioni da applicare per il mondo dell’università italiano.

Lo studente-tipo dell’università cambia

I cambiamenti nel mondo universitario sono profondi. Oggi il lavoro rischia di correre più veloce dei percorsi accademici, e anche la stessa utenza universitaria è mutata. Sempre più spesso non si tratta di giovani al primo percorso di studi, ma di lavoratori e professionisti che sentono l’esigenza o il desiderio di tornare a formarsi. «Le università telematiche hanno più dell’80% dei propri studenti che già lavorano, con un’età media di circa 30 anni», spiega Vaccarono. «Sono persone che, in un mondo dove l’intelligenza artificiale svolgerà mansioni di complessità medio-alta, sentono il bisogno di tornare a imparare perché il mondo evolve alla velocità della luce», aggiunge. Oggi in Italia sono undici le università telematiche riconosciute dal ministero dell’Università e della ricerca. Non è un caso, però, che anche gli atenei tradizionali stiano diventando sempre più ibridi: accanto ai corsi in presenza, nascono percorsi gemelli interamente online, con modalità diverse ma stesso valore formativo. Un segnale che qualcosa sta cambiando in profondità e in modo capillare nel panorama accademico, chiamato a rispondere alle nuove esigenze culturali ed economiche di oggi. «I nostri docenti provengono dall’università tradizionale e hanno seguito una formazione specifica per insegnare in un ateneo telematico», precisa il rettore di Mercatorum, Giovanni Cannata.

università Mercatorum
I docenti dell’università Mercatorum durante l’inaugurazione dell’anno accademico 2025-2026

L’intelligenza artificiale diventa tutor

Tra i temi al centro dell’innovazione nel mondo accademico (e non solo) c’è quello dell’uso dell’intelligenza artificiale nella didattica. Come integrarla nei percorsi di studio? Nel caso di Mercatorum, l’ateneo utilizza da oltre un anno un assistente virtuale basato su AI che affianca gli studenti durante le lezioni e lo studio. Si tratta di un vero e proprio tutor chatbot, disponibile in ogni momento della giornata, che interagisce con gli studenti e li aiuta a comprendere meglio i contenuti da studiare. «Il professore rimane il regista assoluto del corso», premette subito Vaccarono. «È lui a stabilire i contenuti scientifici e accademici rilevanti, e l’assistente virtuale  apprende solo all’interno di quel dominio. Come funziona? Durante la lezione del docente, lo studente può chiedere al chatbot di spiegare un concetto o di riformularlo, anche più volte. Lo strumento impara il modo in cui quello studente apprende, riuscendo ad aiutarlo sulla base delle sue necessità. I professori, però, restano sempre a controllo della solidità dei contenuti».

La prima laurea honoris causa dell’anno ad Alberta Ferreti

Nel nuovo ecosistema digitale, la collaborazione tra intelligenza digitale e creatività umana sta ridisegnando confini e linguaggi. Accade nel mondo della moda, dove l’artigianalità e la manualità si sono intrecciate con le nuove forme di racconto e di connessione offerte dal web. In questa prospettiva, Universitas Mercatorum ha conferito, durante la cerimonia di inaugurazione, la laurea magistrale honoris causa in Comunicazione Digitale e Marketing ad Alberta Ferretti, icona della moda italiana e cavaliere del lavoro. Un riconoscimento che ha voluto premiare la capacità della stilista di coniugare tradizione e innovazione, portando il Made in Italy nel mondo attraverso un linguaggio contemporaneo e in linea con i cambiamenti comunicativi e tecnologici. «La comunicazione digitale ha trasformato il modo di raccontare la moda, ma non i suoi valori fondamentali: autenticità, bellezza e rispetto per il lavoro umano», ha commentato la stilista. 

La lectio magistralis di Amato

Nel corso dell’inaugurazione di Mercatorum, è intervenuto anche Giuliano Amato, professore emerito dell’università degli Studi di Roma La Sapienza e dell’Istituto Universitario Europeo, con una lectio magistralis dal titolo La formazione della classe dirigente. «Oggi mancano nella formazione della classe dirigente quei fondamentali processi che avvenivano nei partiti. Il disegno dei costituenti vedeva nella preparazione delle classi intermedie la chiave per la gestione degli interessi comuni», ha premesso Amato. «Meccanismo che si è appannato, perché le formazioni intermedie vivono sovrastate dal cicaleccio dei social, che dominano la comunicazione. Rendendo i cittadini non classe dirigente, ma influencer. Sono ancora centrali – ha aggiunto – i formatori di sapere, le università, le scuole di eccellenza, anche se le competenze fuggono verso le attività professionali o di impresa, lasciando ad altri la gestione degli affari comuni».

Big data e Ai anche al servizio dei paesi bisognosi

Le competenze digitali e l’approccio innovativo dell’ateneo non possono restare confinati entro i confini nazionali. L’apertura dell’ateneo passa anche da nuovi progetti di cooperazione. Su richiesta della ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, Mercatorum collaborerà anche ad attività formative destinate ai Paesi coinvolti nel Piano Mattei, con l’obiettivo di sostenere percorsi di istruzione e competenze digitali nelle aree più fragili. Il rettore Giovanni Cannata riferisce che «l’università ha messo a disposizione tre corsi di laurea dedicati a big data, intelligenza artificiale e diritto», ambiti considerati strategici per la ricostruzione del tessuto istituzionale, tecnologico e giuridico.

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