La spesa folle di Trump per cambiare il nome al Pentagono: trasformarlo in dipartimento della Guerra costerà oltre 2 miliardi di dollari

Trasformare il dipartimento della Difesa in dipartimento della Guerra costerà a Donald Trump due miliardi di dollari. Una cifra esorbitante, soprattutto se si tiene conto che dal suo insediamento come 47esimo presidente americano il tycoon ha fatto dell’abbattimento sistematico delle spese federali la sua battaglia quotidiana. Troppa burocrazia, troppi costi inutili per gestire le agenzie governative: molto meglio tagliare diverse migliaia di posti di lavoro – almeno due solo nei ranghi del Pentagono – per riformare all’osso il bilancio. E, evidentemente, usare i risparmi su altri progetti considerati più importanti e urgenti.
A cosa servono quei due miliardi: dalle intestazioni al sito web
Ma cosa coprono quei due miliardi, che devono ancora essere approvati dal Congresso trattandosi di una spesa amministrativa? Cambiare il nome di un dipartimento non è mai un’operazione immediata. Si tratta di intervenire su decine di migliaia di cartelli, targhe, intestazioni, distintivi, segnali stradali, materiale cerimoniale o di branding ma anche sul sito web, sui software criptati e sull’intera infrastruttura digitale. Un miliardo di dollari dovrebbe essere speso solo per la segnaletica e la carta intestata.
Il Pentagono prende tempo, ma Hegseth ha già la sua nuova targa
Al momento il portavoce del Pentagono, Sean Parnell, non si è sbilanciato su queste stime, fornite ad Nbc da sei ufficiali interni al nuovo dipartimento della Guerra: «Stiamo rendendo il nome permanente. Al momento non è stata ancora determinata una stima definitiva dei costi a causa dello shutdown democratico che ha messo in congedo molti dei nostri civili fondamentali». Al momento il titolo di dipartimento della Guerra compare come nome secondario, una sorta di sottotitolo, al nome ufficiale che è rimasto dipartimento della Difesa. Al Congresso, per ora, non è stato presentata alcuna documentazione in merito alla richiesta di cambio del nome. Nel frattempo, però, Trump ha dato il via libera al segretario Pete Hegseth e ai suoi più stretti collaboratori di cambiare le targhe dei loro uffici e nei corridoi. Spese minime rispetto a quelle che l’amministrazione dovrà affrontare se ricevesse il via libera da Camera e Senato.
