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Cannabis light vietata dal governo, deciderà la Corte di giustizia Ue. La protesta: «È un prodotto agricolo, non una droga»

13 Novembre 2025 - 18:11 Ugo Milano
canapa cannabis light
canapa cannabis light
La filiera è in crisi dall'approvazione del decreto Sicurezza, che vieta le attività connesse alla canapa

Toccherà alla Corte di giustizia dell’Unione europea pronunciarsi sul divieto imposto dal governo italiano alla commercializzazione di infiorescenze di canapa. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, che ha deferito all’organismo con sede in Lussemburgo l’ultima parola sulla contesa tra Palazzo Chigi e la filiera della canapa italiana. Quando arriverà, la decisione europea porrà fine alle incertezze che gravano su un settore che dà lavoro a circa 15mila persone e genera un fatturato annuo di 500 milioni di euro. La contesa risale alla scorsa primavera quando l’approvazione del decreto Sicurezza aveva paralizzato centinaia di attività. Nel testo diventato legge infatti si proibiva il divieto di «importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa coltivata, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti o costituiti da tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli oli da esse derivati». 

Il ricorso al Consiglio di Stato

Fortemente voluto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha la delega all’antidroga, il provvedimento sulla canapa aveva sollevato polemiche e scatenato denunce da parte degli imprenditori del settore. A luglio il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, aveva assicurato: «Con il decreto sicurezza, il governo non intende in alcun modo criminalizzare un intero settore», ma «porre un argine a fenomeni distorsivi che hanno sfruttato un’incertezza normativa per alimentare condotte commerciali ai margini della legalità». La risposta non era piaciuta all’associazione Canapa Sativa Italia e ad altri rappresentanti del settore (Csi), che hanno quindi presentato ricorso al Consiglio di Stato. Che ieri si è pronunciato così: «Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale sospende il giudizio sino a che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea non si sarà
pronunciata sull’ordinanza di rinvio pregiudiziale ad essa rimessa».

La soddisfazione della filiera della canapa

La Corte di giustizia dell’Unione europea si esprimerà valutando anche le normative in vigore negli altri Paesi. Il settore si mostra già ottimista. «Il Consiglio di Stato evidenzia l’anomalia italiana. Per le imprese e i negozi significa una prospettiva concreta di serenità legale e di tutela della filiera, nel rispetto delle regole europee», spiega Mattia Cusani, presidente di Canapa Sativa italiana. «Credo che questa ordinanza – aggiunge l’avvocato Giacomo Bulleri, che ha supportato il ricorso – abbia colto in pieno le criticità emerse negli ultimi 10 anni e che continuano a creare confusione attorno alla canapa. La questione in realtà è molto semplice: la pianta di canapa nella sua interezza (proveniente da varietà certificate e con basso tenore di Thc) è un prodotto agricolo, per cui la legge sugli stupefacenti non può trovare applicazione. Mi auguro che il giudizio dinanzi alla Corte Europea sia l’occasione per introdurre un doveroso discrimine».

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