La tata di Totti e Bocchi, pagata 10 euro l’ora in nero: «Ero con Isabel». Ma i video la smentiscono

La tata di Francesco Totti e Noemi Bocchi si chiama Mandica Cocos. Ha un rapporto di lavoro «occasionale, Vado a stirare o faccio la baby-sitter». Come viene pagata? «Dieci euro l’ora, ma non è regolare». Per non dire in nero? «Sì». Sono le risposte della donna alle domande di Fabio Lattanzi, avvocato di Ilary Blasi. Scatenate dalla denuncia per abbandono di minore dell’ex moglie che vede oggi indagati l’ex capitano della Roma e la sua nuova compagna. Alle carte dell’indagine è allegato anche l’interrogatorio dell’avvocato. Oltre ai video che secondo Blasi dimostrano che la tata non era in casa al momento della telefonata di Ilary a Isabel.
«Loro sono andati un attimo a cena»
È il 26 maggio 2023. La più piccola dei figli di Totti e Blasi dice alla madre nelle cinque videochiamate per un totale di mezz’ora di video che stava mangiando del sushi. Nell’appartamento, racconta Repubblica in un articolo di Giuseppe Scarpa, c’è uno dei figli di Bocchi. L’altra non appare nelle riprese. «Ma come mai siete da soli?» chiede la madre. «Loro sono andati un attimo a cena», risponde. È questa la frase che secondo la difesa di Blasi smentisce l’alibi di Totti.
L’avvocato di Blasi ha effettuato una serie di indagini difensive, che sono state messe agli atti nell’opposizione alla richiesta di archiviazione. E ha interrogato anche Mandica: Chi l’ha chiamata? «Non mi ricordo se Francesco o Noemi». Quanti bambini c’erano? «Tre». A che ora è arrivata? «Alle nove». Totti e Bocchi erano già usciti? «No, erano in casa». È sicura che i bambini dormivano? «Sì, dormivano, io manco li ho visti quella sera».
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L’interrogatorio di Mandica
L’avvocato le fa notare che è strano che vada lì per controllare i bambini e non veda se dormono. «Mi hanno fatto vedere che dormivano e io sono andata sopra, ho stirato». Che le risulti, qualcuno dei bambini si è alzato, ha girato per casa? «No». Il legale mostra i video alla tata. Alla domanda della madre alla figlia: «Siete ancora soli?», la piccola risponde «Hm hm». Nel secondo filmato: «Papà è arrivato?». «No». Inevitabile la domanda del legale: come spiega che la bimba dica che era sola (in un altro video) con i figli di Noemi? «Sì, però dove stavo io… c’è la scalinata e sopra ci sono due stanze, stavo là, ma io non li ho sentiti».
Isabel e la tata
L’avvocato insiste: la bambina dice che era sola, non dice che c’è anche la tata. «Magari non le hanno detto che io ero là». A un certo punto la piccola gira con il telefono e riprende la casa, lei non si è accorta di niente? «No». Per la procura, «Totti e verosimilmente Bocchi, avvisati di quanto stava accadendo, si premurarono di far arrivare la tata prima di consentire l’accesso nell’appartamento agli agenti». Per i pm è certo che quella sera i tre minori, tra i 7 e gli 11 anni, «siano stati lasciati soli dalle 21 alle 24». Ma non c’è stato un pericolo concreto per i bambini. Da qui la richiesta di archiviazione.
La causa per il divorzio
«La richiesta di archiviazione è motivata. Il tutto è strumentale alla controversia civile», spiega l’avvocato di Totti, Gianluca Tognozzi. Anche la procura dice che «Ilary Blasi, madre della più piccola, con cui è stata al telefono dalle 21.30 circa per un’ora e mezza, non ha giudicato la figlia di sette anni in imminente pericolo», poiché ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine solo verso le 23. La pm Barbara Trotta scrive che i tre bambini «non sono stati esposti a una situazione di pericolo, e comunque la figlia dell’ex numero 10 e della showgirl, seppure piccola, è stata lasciata in compagnia dei figli della compagna di Totti».
L’abbandono di minore
Verso le 23 la conduttrice televisiva contatta la propria madre, la signora Daniela Serafini, affinché avvisi le forze dell’ordine che i tre ragazzi sono soli in casa. La polizia arriva circa 40 minuti dopo. E Gianni Ettore Gassani, presidente nazionale dell’Associazione matrimonialisti italiani, spiega al quotidiano che «la legge parla chiaro ed è inflessibile. Non si può lasciare incustodito un minorenne che abbia meno di 14 anni». A meno che accada un’emergenza. «Ma intendiamo il tempo di scendere a firmare la raccomandata al postino o a rialzare il contatore se è saltato, per esempio. Quindi pochissimo tempo. C’è una soglia di tolleranza non quantificata dal legislatore ma che rientra nel tipo di esempi che le ho fatto».
Niente cena
Non è quindi possibile andare a cena fuori e lasciare soli i figli: «Assolutamente. Nemmeno per andare al lavoro, a fare la spesa al cinema. A fare altro, in sostanza. In una sentenza recente la Cassazione ha ricordato che la custodia è un dovere di sorveglianza che si riferisce a un complesso di cautele e prestazioni di cui necessita una persona che non riesce a provvedere a se stessa. Per i minori di 14 anni è prevista una presunzione assoluta di incapacità, non c’è neanche da discutere. E non c’entra nulla se un ragazzino sembra più maturo della sua età. Deve esserci un adulto sempre, senza se, senza ma e senza interruzioni».
