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Ponte sullo Stretto: per la Corte dei Conti l’opera viola l’habitat naturale. E manca anche un parere sul piano tariffario

27 Novembre 2025 - 18:52 Stefania Carboni
ponte stretto messina
ponte stretto messina
Ecco perché è stato negato il visto e la conseguente registrazione alla delibera del Cipess. Sono due le direttive Ue non rispettate, incluso il decreto legge del 201/2011: «modifiche sostanziali» rispetto al contratto originario

Violazione di due direttive europee, tra cui quella relativa alla conservazione di habitat naturali, e mancanza del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti sul piano tariffario. Questi i motivi per cui la Corte dei Conti lo scorso ottobre ha negato il visto e la conseguente registrazione alla delibera del Cipess (di agosto) sul via libera al ponte sullo Stretto di Messina. Lo evidenzia la lunga deliberazione depositata oggi dalla Sezione centrale di controllo di legittimità della Corte.

Il pasticcio del Ponte secondo la Corte dei Conti

Nel documento si evidenzia come siano state apportate modifiche «sostanziali» rispetto al contratto originario. Sono due le direttive Ue non rispettate, incluso il decreto legge del 201/2011 relativo al consolidamento dei conti pubblici. Come riportato in una nota della Corte «il Collegio, nell’espletamento del controllo preventivo di legittimità, ha ritenuto di assegnare prioritario rilievo alla: violazione della direttiva 92/43/CE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, a causa della carenza di istruttoria e di motivazione della cosiddetta delibera Iropi; violazione dell’articolo 72 della direttiva 2014/24/UE, in considerazione delle modificazioni sostanziali, oggettive e soggettive, intervenute nell’originario rapporto contrattuale; violazione degli articoli 43 e 37 del decreto-legge 201/2011, per la mancata acquisizione del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti in relazione al piano tariffario posto a fondamento del piano economico e finanziario».

Palazzo Chigi: «Le motivazioni della Corte saranno oggetto di attento approfondimento»

Tempestiva la replica di Palazzo Chigi, che in un nota precisa come le motivazioni della deliberazione della Corte dei conti «saranno oggetto di attento approfondimento da parte del Governo, in particolare delle amministrazioni coinvolte, che da subito sono state impegnate a verificare gli aspetti ancora dubbi». E poi ancora: «Il Governo è convinto che si tratti di profili con un ampio margine di chiarimento davanti alla stessa Corte, in un confronto che intende essere costruttivo e teso a garantire all’Italia un’infrastruttura strategica attesa da decenni».

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