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8 ore in pronto soccorso a Roma, 30 minuti per un’ambulanza in Calabria. La mappa dei disagi della sanità italiana

27 Novembre 2025 - 11:50 Ugo Milano
ambulanza ritardi tumori
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Il report dell'Agenas sulle performance del sistema sanitario nelle varie regioni. Ecco chi eccelle e chi fa disperare i pazienti

Oltre 35 minuti di attesa per un’ambulanza attivata in codice rosso. È l’infelice record con cui l’Asl di Vibo Valentia guida la classifica dei ritardi nei soccorsi di estrema urgenza. In tutta la Calabria la media si aggira intorno alla mezz’ora, a Oristano siamo sui 26 minuti, 25 a Messina. In totale, secondo una ricerca di Agenas, 41 aziende sanitarie su 110 hanno tempistiche superiori ai 20 minuti. Decisamente troppo, soprattutto quando il target nazionale è di 18 minuti. Chi sta ben al di sotto dell’obiettivo è l’Asl di Giuliano Isontina, in Friuli, con una media di 12 minuti. Seguita a ruota da Piacenza, Chiavari, Reggio Emilia, Parma e Genova con 13 minuti. 

Le attese sopra le 8 ore e il tasso di abbandono per le lentezze

La ricerca di Agenas fornisce una istantanea sullo stato della sanità italiana, in particolare quella emergenziale. A Tor Vergata, a Roma, il 25% dei pazienti è costretto ad aspettare in pronto soccorso almeno 8 ore. Sempre a Roma, al Sant’Andrea la quota è del 23% Tra il 20 e il 23% ci sono Cagliari, ospedali Giaccone e Cervello di Palermo e Cardarelli di Napoli. Ottimi esempi sono il San Carlo di Potenza, con solo l’1%, e Padova con il 2,9% di pazienti che deve aspettare oltre otto ore. Ma vittime delle lentezze sono anche tutti quei pazienti che, affranti dai tempi di attesa, decidono di abbandonare il pronto soccorso prima di essere visitati. Al Cervello di Palermo se ne va un paziente su quattro, come al Colli di Napoli. A Tor Vergata il 15%. Record in positivo, in questo caso, o ha il Santa Maria di Trapani con un tasso di abbandono dello 0,3%

I ritardi su operazioni e interventi oncologici

Altro tassello del report sono le attese per gli interventi chirurgici e oncologici. Agenas, per i secondi, ha preso come riferimento quanti interventi per un tumore alla mammella vengono fatti entro i 30 giorni prefissati dallo standard del ministero della Salute. A Pisa si arriva al 100%, Modena, Verona, Siena, Padova, Sant’Anna di Ferrara, San Matteo di Pavia, Rodolico San Marco di Catania, Sant’Orsola di Bologna, Careggi di Firenze, Tor Vergata di Roma, Cannizzaro di Catania, San Carlo di Potenza, Cervello di Palermo, Niguarda di Milano e Santa Croce di Cuneo sono sopra il 90%. Bassissimi il Brotzu di Cagliari al 12%, Perugia è al 13% e Ancona al 20%. Per le operazioni programmabili, a capo delle Asl, a Nord e a Sud la gran parte delle aziende rispetta le tempistiche di priorità oltre il 90%. Male Cunero (12%), Rieti (14%), Matera (20%) e Torino 3(25%). 

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