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Trump dirotta tutti i voli lontano dalla sua villa a Mar-a-Lago: la decisione degli 007 per la sua «sicurezza» e l’impatto sul mercato immobiliare

28 Novembre 2025 - 15:40 Alba Romano
trump palm beach no fly zone traffico
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La comunicazione è stata data all’aeroporto internazionale di Palm Beach e alla Contea con soli due giorni di preavviso, gettando nello scompiglio i ricchi residenti dell’isolotto che finora nemmeno sentivano gli aerei atterrare o decollare

Di svegliarsi all’alba e addormentarsi all’ora beata disturbato dal suono degli aerei Donald Trump non ne vuole neanche sapere. È per questo che, grazie a un aiutino dei servizi segreti a stelle e strisce, tutti i voli da e per il Palm Beach International Airport sono stati dirottati su un tragitto che passa diversi chilometri più a nord della enorme villa di Mar-a-Lago. L’intera tenuta del presidente americano è stata infatti dichiarata una no-fly zone per «motivi di sicurezza». Peccato che questa misura valga anche quando Trump è a Washington e in Florida di rischi concreti per lui non ce ne sono. E peccato che l’intero mercato immobiliare del lussuosissimo isolotto, che finora ha seguito la semplice equazione “più rumore uguale sconto sul prezzo”, rischia di rimanere scombussolato.

La decisione presa all’ultimo e il rumore: «È come un tuono»

La decisione dei servizi segreti americani è stata comunicata alla Contea di Palm Beach il 18 ottobre, solo due giorni prima che entrasse in vigore: «È successo all’improvviso. Letteralmente nessuno lo sapeva. I controllori del traffico aereo non lo sapevano. L’aeroporto non lo sapeva», ha raccontato al Washington Post Nancy Pullum, la presidente del Comitato dei cittadini sul rumore aeroportuale. Come si vede dalle mappe che tracciano i tragitti dei voli, prima del provvedimento erano centinaia gli aerei che passavano sopra e nelle vicinanze della reggia di Donald Trump.

Poi la manovra di avvicinamento alle piste di atterraggio sono state modificate, lasciando completamente sgombri i cieli sopra Mar-a-Lago. E ingolfando quelli dei sobborghi settentrionali: «È come un tuono, come se accelerassero quando sono proprio sopra di me. Esci per portare la spazzatura nel bidone e ti rendi conto che c’è un aereo proprio sopra la tua testa e puoi vedere la sua pancia», ha raccontato una residente. 

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Il traffico aereo prima (a sx) e dopo (a dx) il provvedimento degli 007 americani. La villa di Mar-a-Lago sorge in corrispondenza del rettangolino nero

Le tre cause contro la Contea e il divieto durante la prima presidenza

Non è la prima volta che Trump prova – e ottiene – il privilegio di una no-fly zone sulla sua residenza. Per tre volte, prima di essere eletto presidente nel 2016, aveva intentato una causa contro la Contea di Palm Beach sostenendo che la sua villa fosse un patrimonio storico americano da preservare dato che stata la dimora invernale di presidenti come John Fitzgerald Kennedy.

La prima volta, nel 1995, aveva rimesso la causa dopo che la Contea gli aveva garantito la diminuzione del numero di aerei che avrebbero sorvolato Mar-a-Lago e, per il disturbo, gli aveva affittato 200 acri di terreno a sud dell’aeroporto dove poi Trump ha costruito il suo International Golf Club. Nel 2010 e nel 2015 ulteriori proteste non avevano invece portato a nessun guadagno per il tycoon che, una volta eletto alla Casa Bianca, era riuscito a vietare il traffico aereo sulla sua mega-villa da 55 camere e 33 bagni, comprata al prezzo stracciato di 8 milioni di dollari ormai quarant’anni fa. Ma solo quando lui era effettivamente presente.

Il divieto valido «sempre» e l’impatto sul mercato immobiliare

È proprio questo il dettaglio che ha fatto insorgere i residenti dei sobborghi intorno a Palm Beach. Perché questa volta, almeno fino a ottobre, i servizi segreti hanno stabilito che il cambio di rotta degli aerei sarà permanente e non concesso alla presenza del presidente a Mar-a-Lago. «Vogliamo fare tutto il possibile per proteggere il nostro presidente e comprendiamo che quando lui è lì, questo è ciò che deve accadere. Ma quando lui non è lì, perché? Qual è la preoccupazione a quel punto?», ha protestato il commissario della Contea, Gregg Weiss. Dai servizi segreti, al momento, neanche l’ombra di una spiegazione plausibile. «Sono in pensione. Mi piacerebbe dormire fino a tardi, ma non riesco a farlo dopo le 6 del mattino, e il rumore continua fino alle 11 di sera», è il coro di disappunto dei residenti della zona.

«È una questione di qualità della vita, non una questione politica». Ma è anche un problema economico, dato che le ville lussuose che prima non sottostavano alle tratte aeree sono state pagate il 20% in più. E ora i ricchi inquilini si svegliano e si addormentano cullati dal rumore dei reattori. 

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