I testamenti stravolti dai test del Dna: «Sono erede anche io»

Un test del Dna è per sempre. Specialmente quando ci sono di mezzo i testamenti. Basta un tampone salivare e test genetici fai da te per sapere da dove veniamo. Ma ultimamente, racconta il Messaggero, servono anche ad altro. Ovvero per svelare parenti sconosciuti, segreti di famiglia e, in certi casi, diritti sulle eredità. I kit del Dna costano tra i 70 e i 250 euro. E negli Usa il Wall Street Journal ha raccolto decine di storie di “eredi a sorpresa” emersi grazie a kit come quello della società californiana 23andMe, venduto a circa 176 dollari e capace di incrociare milioni di profili genetici in pochi secondi.
Testamenti, eredità e test del Dna
In molti di questi casi nascono o si nascondono battaglie legali per la divisione di patrimoni. Come nel caso di Carmen Thomas, che da giovane decise di sottoporsi a un test genetico per ritrovare il padre. Il risultato, non si sa come, la condusse a un cognome (Brown) e a due presunte sorellastre. Un anno dopo Carmen avvia una causa civile per ottenere una parte del risarcimento concesso alla famiglia Brown dopo la morte per malasanità del padre biologico. Anche lei, sostiene, è una figlia. Negli Usa le leggi variano da Stato a Stato. In alcuni casi è sufficiente la prova genetica per la pretesa ereditaria. In altri contano il legame affettivo con il defunto o i tempi della richiesta. E in Italia?
Cosa succede in Italia
Secondo l’avvocato Gianluca Sposato, patrimonialista specializzato in diritto ereditario e accertamento di paternità, «nel nostro ordinamento non basta scoprire di essere figlio biologico per diventare automaticamente erede. In Italia il figlio è tale solo se viene riconosciuto legalmente. Serve una sentenza di accertamento di paternità che, una volta definitiva, deve essere trascritta nei registri dello Stato civile». Il dna, dunque, non è un lasciapassare per l’eredità. «I test commerciali come quello “23andMe” non hanno alcun valore giuridico nel nostro Paese e non possono essere utilizzati in tribunale. Non è sufficiente effettuare un test privato: il riconoscimento passa esclusivamente da una causa civile».
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Il test serio
Invece, spiega l’avvocato, «un test del dna serio, quello che ha valore legale, si esegue soltanto in un laboratorio di genetica forense certificato e costa tra i 300 e i 500 euro. L’affidabilità supera il 99,99 per cento, ma il dato scientifico da solo non basta: deve poi tradursi in una decisione del giudice». A quel punto, in ipotesi, «Il figlio non solo acquisisce diritti ereditari, ma può anche chiedere il mantenimento arretrato per gli anni in cui non è stato riconosciuto». In caso di decesso il test si può effettuare anche sui consanguinei. In alcuni casi è possibile anche procedere alla riesumazione della salma: «Ma se non esistono parenti biologici diretti, dimostrare la filiazione diventa estremamente difficile, quando non impossibile».
