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Educazione sessuale a scuola, arriva il primo sì della Camera al consenso dei genitori. Ora il ddl sarà valutato in Senato

03 Dicembre 2025 - 13:52 Alba Romano
consenso informato
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Il consenso informato preventivo sarà autorizzato, in forma scritta, da parte dei genitori o degli studenti, se maggiorenni, dopo aver visionato il materiale didattico scelto per tale attività. Previste delle specifiche disposizioni: ecco quali

Per la Camera dei deputati l’educazione sessuale si può fare alle scuole medie e alle superiori solo per quegli alunni che avranno ricevuto l’ok dai loro genitori. Approvato in prima lettura il cosiddetto ddl Valditara a Montecitorio, sul consenso informato, con 151 voti a favore e 113 contrari e 1 astenuto. Le scuole materne e le elementari non sono interessate da questo provvedimento. «Fatto salvo, quanto previsto dalle indicazioni nazionali», ovvero se nei programmi si parla di nozioni di biologia e clinica sull’anatomia dei corpi, con le differenze biologiche tra uomo e donna, le funzioni riproduttive e le malattie sessualmente trasmissibili. Ora il ddl dovrà ora passare il vaglio del Senato. Tra gli impegni dati dalla Manovra probabilmente verrà approvato non prima del 2026. Pd, M5s, +Europa e Azione sono scese in piazza alle 13.30 per un flash mob in segno di protesta contro un provvedimento definito «oscurantista».

Consenso informato: cosa prevede il ddl

Il consenso informato preventivo sarà autorizzato, in forma scritta, da parte dei genitori o degli studenti, se maggiorenni, dopo aver visionato il materiale didattico che si intende utilizzare per lo spazio educativo previsto. E include anche un ok alla partecipazione alle attività scolastiche extracurricolari che riguardino temi attinenti alla sessualità. Dovrà esser richiesto entro il settimo giorno antecedente alla data prevista per lo svolgimento delle attività. E deve inoltre esplicitare le finalità, gli obiettivi educativi e formativi, i contenuti, gli argomenti, i temi e le modalità di svolgimento delle attività di cui al primo periodo, oltre che l’eventuale presenza di esperti esterni o di rappresentanti di enti o di associazioni coinvolte e approvate dal Consiglio d’Istituto.

Cosa succede se uno studente non partecipa all’educazione sessuo-affettiva

ll testo prevede anche che, in caso di mancata adesione alle attività, l’istituzione scolastica garantisca, mediante i propri strumenti di flessibilità e di autonomia didattica e organizzativa, la fruizione di attività formative alternative. Per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria sono infine escluse, in ogni caso, le attività didattiche e progettuali nonché ogni altra eventuale attività aventi ad oggetto temi attinenti all’ambito della sessualità.

(in copertina foto di Markus Winkler su Unsplash)

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