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Il senso dell’informazione, la lezione di Enrico Mentana: «State sempre alla sostanza delle cose» – Il video del workshop conclusivo

03 Dicembre 2025 - 11:20 in collaborazione con  Lega del Filo d'Oro
La puntata conclusiva del corso di giornalismo rivolto a persone con sordocecità si svolge a Milano ed è dedicata alla lezione dell’editore di Open, Enrico Mentana. Che ha spiegato i pilastri del suo modo di fare informazione e regalato qualche consiglio d’eccezione

Si chiude nella redazione milanese di Open il ciclo di workshop di giornalismo rivolto a persone sordocieche organizzato in collaborazione con Lega del Filo d’Oro. Dopo due giornate di formazione al Centro Nazionale di Osimo della Fondazione e altrettante a Roma, compresa la visita alla Camera dei Deputati, siamo arrivati alla tappa conclusiva.

Per l’ultimo appuntamento, Stefano Ciccarelli, Francesco Mercurio, Samantha Marsili, Francesca Donnarumma e Marco Ke sono arrivati a Milano, nella sede di Open, accompagnati da interpreti, operatrici e dal Presidente della Lega del Filo d’Oro, Rossano Bartoli. Ad attenderli, l’editore di Open Enrico Mentana, che ha risposto alle sollecitazioni dei partecipanti che, a turno, hanno preso la parola. 

Il confronto con Mentana

Il primo intervento è di Francesco Mercurio, che si chiede se ci sia un metodo per un giornalista per valutare quali siano le domande giuste da fare, avendo poco tempo a disposizione. «Non bisogna pensare a cosa possa essere interessante per il pubblico, perché noi siamo come il pubblico. Il consiglio è stare sempre alla sostanza delle cose, tenendo presente le priorità dell’attualità», dice Mentana. «L’importante non è preparare delle domande, ma essere pronto a sapere cosa chiedere successivamente in base alla risposta». 

L’editore sottolinea il valore, nel mestiere del giornalista, di una comunicazione chiara ed efficace, qualsiasi sia il mezzo utilizzato. «La sostanza non è solo quello che comunichi, ma anche come lo fai», spiega. «Questa è la regola importante che dobbiamo tenere a mente, tutte e tutti noi: parlare chiaro, scrivere chiaro».

Enrico Mentana e il presidente di LFO Rossano Bartoli

Enrico Mentana e Rossano Bartoli con la medaglia per i 60 anni di Lfo | Foto Beatrice Ratto

Stefano Ciccarelli pone una questione centrale e molto attuale: in una realtà frammentata e polarizzata come quella di oggi, quanto possiamo considerare libero il giornalismo nel mondo e in Italia? «Nel nostro paese c’è una complessiva libertà di informazione», risponde Mentana, aggiungendo come, tuttavia, esista «un problema serio per le democrazie: il Covid, due guerre e la forza delle autocrazie ci hanno insegnato che i valori vanno difesi». 

La targa-attestato conclusiva | Foto Beatrice Ratto

Prima di chiudere l’incontro, ai partecipanti del ciclo di workshop vengono consegnate le targhe-attestato per aver concluso il percorso formativo. Su ognuna c’è un testo, anche in Braille, che recita: «Il senso dell’informazione. Il primo corso di giornalismo dedicato alle persone con sordocecità». Al momento dei saluti, nell’emozione generale, il Presidente di Lega del Filo d’Oro Rossano Bartoli consegna a Mentana la medaglia che festeggia i 60 anni della Fondazione

Il corso di giornalismo e le impressioni dei partecipanti

Samantha Marsili e David Puente | Foto Beatrice Ratto

Terminato il percorso di formazione che li ha portati in questi mesi a esplorare il mestiere del giornalista tra Osimo, Roma e Milano, è il momento di chiedere ai partecipanti cosa hanno imparato e cosa ricorderanno maggiormente di questa esperienza. 

Per Marco Ke, c’è soprattutto un messaggio forte: «L’obiettivo del giornalista è raccontare la verità». Gli fa eco Samantha Marsili, secondo la quale è importante «dare informazioni subito chiare e dirette, perché tutti hanno diritto a un’informazione libera». 

Francesco Mercurio ha imparato che «fare il giornalista non è facile”: «Significa mettersi al servizio delle persone con competenza, passione e sensibilità». Il percorso dei workshop di giornalismo, aggiunge, «è stato fantastico»: «Noi ci auguriamo, vogliamo e pensiamo che questo progetto sia solo un punto di partenza, e non di arrivo». 

«Aprire le sbarre dell’isolamento»

Francesca Donnarumma commenta con soddisfazione: «Il primo corso di giornalismo per le persone con sordocecità non è una cosa da poco». La segue Stefano Ciccarelli per il quale è stata «un’opportunità molto preziosa»: «Io considero il giornalismo una chiave per aprire le sbarre dell’isolamento che circonda la maggior parte delle persone sordocieche. Il mio sogno è trovare anche in futuro ragazze e ragazzi curiosi che abbiano voglia di comunicare, di aprirsi al mondo, di leggere, di scrivere, perché in questo modo abbatteremo davvero l’isolamento e potremo contribuire seriamente e in modo efficace alla società».