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Shein, Temu, AliExpress: cosa succede con la tassa di 2 euro sui pacchi low cost

11 Dicembre 2025 - 05:46 Alessandro D’Amato
tassa pacchi low cost 2 euro aliexpress shein temu
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Il prelievo sulle microspedizioni dell'e-commerce riguarderà sia quelli che partono che quelli che arrivano in Italia. L'accusa di dumping e concorrenza sleale

La tassa sui pacchi low cost sarà presto realtà. Negli emendamenti alla legge di bilancio del governo Meloni si precisa che il prelievo di 2 euro sulle microspedizioni dell’e-commerce riguarderà sia quelli che partono che quelli che arrivano in Italia. Perché tassare soltanto gli arrivi extra Ue diventerebbe nei fatti in un dazio. E le politiche doganali sono di competenza dell’Unione Europea. La decisione arriva mentre tra le importazioni l’aumento più significativo è quello dell’import cinese (+11,8%). E da mesi Camera della moda e Confindustria Moda chiedono di tassare i milioni di pacchi in arrivo dalla Cina. Che godono di un regime doganale incompatibile con quello che si può ormai definire dumping.

La tassa sui pacchi low cost

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, intervistato da MF – Milano Finanza e Class Cnbc, ne ha parlato nei giorni scorsi discutendo del rischio indiretto dei dazi. Visto che la tassa sui pacchi low cost andrà a impattare su siti come Shein e Temu. «Se si sta costruendo una “muraglia cinese”, la risposta è no. Stiamo contrastando fenomeni di contraffazione e concorrenza sleale. Pensiamo all’ultra fast fashion che ha portato lo scorso anno 12 milioni di pacchi al giorno in Europa senza alcun controllo, perché sotto la soglia dei 150 euro». La richiesta è che «il dazio su questi pacchi entri subito in vigore, non tra tre anni, perché permetterebbe almeno il controllo alle dogane». E se l’Europa non dovesse accettare la misura, allora «interverremo con una legislazione nazionale», fa sapere Urso che parla di «una tassa alla consegna dei pacchi provenienti da fuori Europa».

Shein, Temu, AliExpress e l’Ue

Nei giorni scorsi otto paesi dell’Ue hanno chiesto alla Commissione Europea e agli Stati membri di rafforzare la mobilitazione di fronte ai rischi sistemici delle piattaforme di e-commerce come Shein, Temu e AliExpress. Austria, Belgio, Spagna, Francia, Grecia, Italia, Ungheria e Polonia vogliono uno stop alla concorrenza sleale cinese. La Commissione ha già inviato richieste di informazioni a Shein, una procedura che potrebbe portare all’apertura di un’indagine. Che «deve essere completata da misure provvisorie per attenuare i rischi sistemici non controllati da Shein e da altre piattaforme», secondo la Francia. Il governo francese ha già tentato senza successo di sospendere Shein tramite procedura amministrativa all’inizio di novembre, in seguito alla scoperta della vendita di bambole sessuali con sembianze infantili.

La tassa europea

Per proteggere consumatori e imprese da rischi come la vendita di prodotti illeciti o pratiche commerciali sleali, i paesi firmatari della lettera chiedono l’applicazione della legislazione vigente, come il Digital Services Act (DSA). Sostengono «sforzi coordinati (…) per rafforzare i controlli effettuati» dalle autorità doganali e di tutela dei consumatori. Inoltre, invitano la Commissione Europea a «svolgere un ruolo attivo» e a «rivedere la normativa vigente e, se necessario», a rafforzare «gli obblighi delle piattaforme online». I firmatari chiedono inoltre «l’attuazione di una tassa europea sui pacchi di basso valore», una misura già pianificata a livello nazionale. Che potrebbe entrare in vigore in tutta Europa a inizio 2026.

Cosa succede

Non è difficile immaginare che la tassa di due euro porterà a variazioni di prezzo significative nei prodotti acquistati su quei portali. Gli agenti economici dovranno decidere se implementare il costo nel prezzo e farlo pagare al consumatore oppure prenderlo in carico, esattamente come all’epoca dell’annuncio dei dazi negli Usa. E tassare anche i pacchi in partenza vuol dire che anche i cittadini italiani che usano quei siti per vendere dovranno fare lo stesso ragionamento. Ed eventualmente aumentare i prezzi.