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«Fascistella? Giorgia Meloni odora di DC. Al Quirinale vedo bene Marina Berlusconi»

15 Dicembre 2025 - 05:23 Alba Romano
giorgia meloni giordano bruno guerri
giorgia meloni giordano bruno guerri
Giordano Bruno Guerri e la premier: ogni tanto si traveste da destra reazionaria, ma perché deve fare due parti in commedia

«Comunque questo melonismo odora di democristianeria. L’odore è pungente. Qualche volta, ma solo qualche volta, la premier si traveste da». Da? «Un po’ da quella roba lì, un po’ da destra reazionaria. Perché il doppio ruolo la costringe a fare due parti in commedia. Resta lo sfondo democristiano. Fratelli d’Italia a me sembra un po’ RaiUno e viceversa». Giordano Bruno Guerri, storico e saggista oltre che studioso del ventennio fascista, risponde così al Fatto Quotidiano che gli chiede cosa pensa del governo Meloni. Lo studioso segnala che «è un bene che Giorgia Meloni non mi abbia chiamato. Un bene sia per lei che per me. La premier ha bisogno di una squadra coesa, compatta e soprattutto con una fede enorme nel silenzio assertivo, nell’esercizio conciliativo della parola. Io amo la polemica, l’audacia, l’individualità».

Il melonismo democristiano

«Da un anno e mezzo non ho neanche più una collaborazione giornalistica. Devo dire che in un certo senso me lo merito (metta le virgolette, però)», aggiunge. Alle europee ha votato per Antonio Tajani: «Mi è parsa Forza Italia una sopravvissuta meritevole di un atto di affetto e di considerazione». Mentre lui coltiva «un amore indiscutibile per la destra libertaria, non quella reazionaria. Sono stato un accanito pannelliano». E la premier? «Giorgia è brava e ha fatto delle cose mirabili, lo dico – mi creda – con sincerità. Ha risolto alla grande il timore che il potere l’avesse conquistato la solita destra fascistella, reazionaria, borgatara». Alla festa di Atreju non l’hanno invitato: «Mentre c’ero negli anni che furono, quando il confronto dialettico era vivacissimo. A quei tempi Atreju sembrava davvero un campo hobbit».

Tenere famiglia

E ancora: «La convinzione che questa premier sia forte induce il sentimento adulatorio che fa strage di cuori anche tra voi giornalisti. Quando poi si proietta il potere della Meloni anche oltre questa legislatura, allora la famiglia di ciascuno diviene il valore da tutelare». Per questo è convito che la premier vincerà le prossime elezioni politiche. E per il Quirinale pronostica un nome: «Marina Berlusconi». Anche se «il presidente della Repubblica lo elegge il Parlamento dove mai siederà Marina, disponibile semmai, nel caso…».