Roomba dichiara fallimento e passa ai cinesi, la mossa dopo i dazi di Trump: cosa cambia per l’azienda dei robot aspirapolvere

Diventerà cinese iRobot, l’azienda americana che si è affermata sul mercato producendo i robot aspirapolvere Roomba. Lo ha annunciato la stessa società dopo aver presentato istanza di fallimento e dopo aver ritirato i titoli dalla borsa. iRobot, con sede nel Massachusetts, verrà infatti acquisita dal suo principale finanziatore e dal suo principale produttore, rispettivamente Shenzhen Picea Robotics Co. e Santrum Hong Kong Co. Un accordo di ristrutturazione spinto proprio dai dazi voluti da Trump e che di fatto consegna nelle mani di Pechino una delle aziende leader del settore delle aspirapolvere, previsto in continua crescita nei prossimi anni fino a un valore complessivo di 31,7 miliardi di dollari entro il 2033.
Il peso dei dazi americani sulla decisione
Sono diventati praticamente insostenibili i costi da quando la Casa Bianca ha deciso di puntare su una politica commerciale a colori fortemente americani. Stando ai calcoli di iRobot, nel 2025 l’azienda ha avuto extra-costi quantificati intorno ai 23 milioni di dollari causati soprattutto dalle tariffe al 46% imposte da Donald Trump ai beni importati negli Usa dal Vietnam, il Paese dove viene prodotta la maggior parte dei dispositivi della società americana.
La scommessa sulla Cina per «garantire la produzione»
Con i costi che si gonfiano e l’assenza di una prospettiva positiva a breve termine, i vertici dell’azienda hanno optato per la cessione in tronco dell’attività ai partner cinesi. «L’annuncio di oggi segna una tappa fondamentale per garantire il futuro a lungo termine di iRobot», ha spiegato Gary Cohen, amministratore delegato della società, annunciando proprio il via alla procedura che porterà l’azienda a essere parte integrante della Picea Robotics. La società ha comunque assicurato che la sua produzione non risentirà di questo cambio al timone e che continuerà a operare senza interruzioni.
